Riccione. Perseguita la cameriera: "La uccido con un coltello alla gola in centro"

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Nonostante l’ammonimento ricevuto lo scorso giugno dal questore di Rimini, ha continuato a tempestare di insulti e minacce la cameriera dell’hotel con cui aveva lavorato a Riccione e che da anni respingeva le sue avances. Ora la giustizia gli ha presentato un conto più sostanzioso: giovedì scorso, infatti, i carabinieri muniti di un’ordinanza di custodia cautelare per atti persecutori emessa dal gip Lucio Ardigò su richiesta del pubblico ministero Luca Bertuzzi, l’hanno buttato giù dal letto all’alba e dopo le formalità di rito lo hanno trasferito nel carcere dei Casetti. Nonostante sia incensurato – ha scritto il giudice nell’ordinanza – “non emergono elementi favorevoli alla difesa del prevenuto” e “sussistono le esigenze cautelari in relazione alle specifiche gravi modalità e circostanze dei fatti denunciati ed alla personalità del prevenuto che ha evidenziato nei fatti di essere incline ad atti di minaccia e violenza e di non avere alcuna capacità di autocontrollo ed anzi di non percepire nemmeno il disvalore delle proprie azioni persecutorie”.

Le minacce di morte

L’astio e l’odio verso la donna, come verbalizzato da diversi testimoni, sarebbero iniziati nel marzo del 2021. Dai corridoi dell’hotel, dove entrambi per un po’ hanno lavorato insieme, alla pubblica via, frequentissimi sarebbero stati gli episodi in cui il 36enne riminese – difeso di fiducia dagli avvocati Massimo Campana e Andrea Lepri – avrebbe insultato la vittima, minacciandola anche di morte: «Se la becco per Riccione la distruggo. Con un bel coltello di 20 centimetri nella gola...la uccido qui in centro a Riccione».

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