Rimini, perde in gravidanza due gemellini: era stata otto volte al Pronto Soccorso

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Nel giro di poco più di un mese la donna andò per otto volte al pronto soccorso dell’ospedale, preoccupata dell’andamento della gravidanza per via di disturbi alle vie urinarie, ma non le fu diagnosticata l’infezione in corso, né conseguentemente fu sottoposta a eventuali terapie. Alla fine perse i gemellini che aveva in grembo e da allora vive con il dubbio che qualcosa di più si poteva fare per salvare i feti, non sopravvissuti oltre il quarto mese. Sarà adesso un consulente medico-legale a dare risposta, a distanza di sette anni dai fatti, alle perplessità della mamma riminese. Assieme al marito, infatti, dopo che le richieste di risarcimento all’azienda sanitaria sono state respinte ai mittenti ha fatto causa e si è rivolta al Tribunale civile per dirimere la questione. La coppia, assistita dall’avvocato Marco De Pascale, ha portato il caso all’attenzione del giudice civile Daniele D’Auria che ha affidato la perizia al medico specialista in ginecologia e ostetricia Manuel Papi e al professore Del Savio (ginecologo ausiliario), entrambi di Ancona. I legali dell’Asl, avvocati Palmetti e Semprini, hanno a loro volta nominato un esperto. Il completamento delle operazioni peritali è previsto per l’inizio del prossimo anno. Le conclusioni saranno decisive. Nel ricorso presentato dalla coppia, attraverso il legale De Pascale, si legge la relazione preliminare dei medici di loro fiducia secondo i quali «nel caso di specie, assodato che un differente operato dei sanitari di Rimini avrebbe con elevata probabilità modificato in senso favorevole il decorso della gravidanza, non è possibile non considerare e debitamente risarcire lo stato emotivo cui la madre e il padre versavano a seguito di tali fatti e che contraddistingue la sofferenza morale». Ciò soprattutto in relazione all’iter clinico che la donna - che adesso ha trentasei anni - visse nell’arco di quei trentacinque giorni (a partire dal 21 ottobre 2014) durante i quali andò per ben otto volte al pronto soccorso dell’ospedale di Rimini, senza ricevere - stando alle parole del riscorso - «le adeguate prestazioni diagnostico-terapeutiche, quanto piuttosto inappropriate rassicurazioni sul suo stato di salute». L’ultima parola spetterà al giudice civile, ma saranno i suoi periti a stabilire se i due feti potevano essere salvati.

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