Rimini. Nautofono, Venezia tace, il Comune riparte alla carica

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I ricambi ancora non si trovano, il Comune manda la lettera a Venezia e si mette alla caccia dei pezzi mancanti che potrebbero riaccendere il nautofono. Dopo il guasto di metà dicembre, infatti, l’apparecchiatura sulla palata è rimasta silenziosa, muta.

Impianto “storico”

In attesa che il quadro elettrico danneggiato da un cortocircuito, provocato probabilmente da una mareggiata, venisse sostituito e riattivato. Anthea, prima, Comune, poi, si sono mossi in questi mesi per reperire i pezzi di ricambio necessari. Un lavoro che non sembrava essere così in salita. Almeno all’inizio. A distanza di mesi, non è arrivato alcun risultato: non è facile trovare in produzione o anche in commercio materiali adatti ad un impianto “storico” come il nautofono di Rimini.

Anthea scrive, cortocircuito

Lo stesso farista della Marina militare, Vincenzo Colaci, tra l’altro, su sollecito di Anthea, a metà aprile, è andato, nel corso di una missione per la Marina, a Marifari di Venezia, per verificare l’esistenza o meno dei pezzi di ricambio richiesti dalla società a cui, l’amministrazione comunale, ha affidato la manutenzione dell’impianto.

Finendo, però, anche lui, nelle solite, strettissime, maglie della burocrazia: la richiesta dei materiali, è stata la risposta di Marifari, deve essere effettuata dal Comune, in qualità di ente pubblico, e non da Anthea, organismo di natura privata. Missione fallita, dunque.

O almeno rimandata. In attesa dell’invio, questa volta da parte di Palazzo Garampi, di una richiesta ufficiale dei pezzi di ricambio o, direttamente, di un quadro elettrico compatibile con quello danneggiato.

Il nuovo tentativo

Pochi giorni e, il 20 aprile, dal Comune parte, via pec, la richiesta dei materiali necessari per ridare “voce” all’impianto di segnalazione acustica che, dall’ingresso del porto canale, sulla scogliera davanti al Rockisland, richiama le barche alla giusta rotta. Tre settimane sono trascorse però, e da Venezia non sembra essere ancora pervenuta alcuna informazione.

Palazzo Garampi ci riprova

Sottolineano, infatti, da Palazzo Garampi: «Ad oggi, dalla direzione Fari della Marina militare non ci è arrivata nessuna risposta. Abbiamo anche fatto anche un sollecito telefonico la scorsa settimana. Ma nulla. Ne faremo, comunque, un altro nei prossimi giorni».

Con la speranza che la direzione Fari di Venezia riesca a trovare i pezzi mancanti. Pezzi rari in commercio e anche molto costosi: motivazioni che spinsero, già nel 2013, le autorità marittime a disattivare i nautofoni portuali.

Tutti. Anche quello riminese, che però grazie all’impegno, anche economico, della Consulta del Porto fu riattivato.

Ma non senza difficoltà, visto che la riaccensione arrivò solamente dopo circa sei anni, ovvero nella primavera del 2019, al termine di una lungo iter burocratico che sembrava non avere fine.

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