Rimini. Muore in un incidente: maxi risarcimento dopo 17 anni

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Morì a ventisette anni mentre tornava a casa, su una macchina italiana, assicurata con una compagnia italiana e guidata dal fratello. Il risarcimento proposto dall’assicurazione però, in primo grado, era stato parametrato al minimo in considerazione del fatto che la famiglia della vittima viveva in Macedonia, Paese dal tenore di vita più basso, e che «in mancanza della convivenza tra il defunto e i familiari - scrivevano i giudici- si dovesse presumere una scarsa intensità del legame». A distanza di diciassette anni dalla tragedia la Corte civile d’appello di Bologna, nel giudizio-bis imposto da un primo pronunciamento della Cassazione, ha rivisto al rialzo le precedenti somme da miseria e condannato l’assicurazione, andando oltre il massimale, a un maxi-risarcimento complessivo di un milione e seicentomila euro, ai quali andranno aggiunti gli interessi. La somma sarà ripartita tra la vedova, i tre figli e i genitori della vittima, tutti assistiti dall’avvocato Guglielmo Guerra che non nasconde la propria soddisfazione per «la vittoria alla fine di una lunga battaglia giudiziaria». Il capo-famiglia, Minah Sejdija, perse la vita nel settembre 2004 in un incidente stradale. Alla guida della sua Opel Kadett, c’era il fratello: fu lui a provocare lo schianto, responsabile al cento per cento, di qui la possibilità di rivalersi in sede civile sull’assicurazione. Le prime proposte, infatti, furono considerate irrisorie, ma non andò bene per i familiari né in primo grado, dove ottennero un decimo di quanto stabilito adesso, e neanche in appello per quanto le cifre fossero più che raddoppiate. Tra i motivi per i quali la Cassazione bocciò la sentenza c’è anche un calcolo errato del “capitale umano” rappresentato dal povero Sejdija, operaio edilo immigrato in Italia e residente a Cattolica. Il risarcimento ai figli per “lucro cessante”, è stato chiarito nel recente giudizio, non può essere fissato in soli quindici anni, ma considerato almeno fino al raggiungimento del venticinquesimo compleanno di ciascuno dei figli minori: neanche in Macedonia è facile trovare lavoro, non è un caso che il padre fosse emigrato in Romagna. Sejdija, arrivato in Italia con il sogno di una vita migliore per sé e per la sua famiglia non era una vittima di serie B.

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