Rimini, lo shopping di Natale per ora non decolla

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Inflazione a due cifre (11,8 per cento), bollette della luce e del gas da capogiro, benzina più cara: la crisi morde, i riminesi stringono la cinghia, i consumi calano. E le associazioni dei commercianti lanciano l’allarme. Invitando i cittadini ad acquistare nei negozi e non attraverso il consueto “click” online.

Sottolinea Gianni Indino, presidente provinciale della Confcommercio: «È il momento di pensare ai regali di Natale, che possono sostenere i commercianti locali e, con loro, tutta la nostra economia. Acquistare nei negozi di vicinato, infatti, significa dare una scossa importante alla ricchezza del territorio».

Ed è proprio questo il tema: rilanciare lo shopping, ancora fermo ad appena dieci giorni dal Natale. Spiega Mirco Pari, direttore della Confesercenti Rimini: «I regali di Natale stanno andando a rilento. Sarà la situazione di crisi che stiamo attraversando, sarà la formula del Black Friday, sarà lo sviluppo delle vendite on-line, fatto sta che a Rimini gli acquisti sono tiepidi. In particolare nel settore dell’abbigliamento. Comunque, sappiamo che, poi, a ridosso della Vigilia tutti si ricordano di correre a comprare qualcosa da donare. Aspettiamo, quindi, e vediamo».

“Pronto moda”

Dunque, sono le boutique quelle che risentirebbero maggiormente di questo “freddo” consumistico che, per le Festività, potrebbe investire la Riviera. Conferma Giammaria Zanzini, presidente provinciale Federmoda-Confcommercio: «I consumi sono in calo, i regali di Natale procedono molto a rilento, e a risentirne di più sono le attività di prossimità, la piccola impresa commerciale, insomma. Già appesantita, peraltro, da un carico fiscale insostenibile. Se poi ci aggiungiamo una crisi che sembra non finire mai, gas e luce alle stelle, e un’inflazione inarrestabile nella sua ascesa, possiamo comprendere meglio il quadro che potrebbe delinearsi a Natale: spero di sbagliarmi, ma potremmo registrare, parlo del settore abbigliamento naturalmente, un calo nelle vendite di un buon 20-25 per cento, rispetto allo scorso anno».

Ed è per questo che Zanzini lancia una proposta. «Una sorta di patto di filiera, come lo chiamo io – spiega il presidente di Federmoda Rimini – i cui protagonisti dovrebbero diventare i commercianti, i clienti e l’amministrazione comunale. Un’intesa nella quale i tre attori principali agirebbero in modo sinergico. I negozianti curando la qualità del servizio e della merce, i clienti andando a far compere nei negozi e non al computer o al cellulare, e il Comune limando le imposte come Tarsu, Tari e Imu, voce di spesa importante per la categoria».

Ma se il settore dell’abbigliamento piange, quello alimentare non ride. Seppur registrando vendite decisamente migliori. Precisa Roberto Curzi, Confcommercio settore alimentare: «Per quanto riguarda carne, pasta fresca, e tutto ciò che riguarda il cenone di Natale le vendite sono in linea con quelle del 2021. Quello che, invece, non decolla sono i regali, i cesti di Natale, che, rispetto allo scorso anno, sono in discesa di un buon 20%. Il calo di vendite lo si può notare non solo tra le famiglie, ma anche tra le imprese, che hanno deciso, in molte, di tagliare di fatto, la tradizionale voce “regalo ai dipendenti”».

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