Cambiare corpo a 20 anni, ecco la storia di Sara. Giovanissima, da qualche mese un nuovo nome sulla carta di identità. Al femminile. Non si è mai sentita nel corpo sbagliato però, perché considera la vita un dono. Avvertiva solo una differenza tra sé e il genere maschile in cui madre natura l’aveva calata alla nascita. Prima dell’operazione che le ha fatto cambiare sesso, anche le cose semplici risultavano difficili. Mettersi in costume, guardarsi allo specchio dopo la doccia. Momenti di grande fragilità. «Non riuscivo a incanalarmi – spiega Sara – ma al contempo rifiutavo un’etichetta. Persino oggi che sono donna a tutti gli effetti, anche per lo Stato, non amo lo stereotipo della trans che si iperfemminilizza per paura del giudizio altrui. La femminilità è qualcosa di innato, non è frutto di ciglia o unghie finte, sin dall’infanzia io giocavo con le borse di mia madre sentendomi una bambina».
Chi le è stato vicino nella transizione?
«La mia mamma che è sempre stata il mio faro. Sapeva tutto e aspettava solo il momento in cui anch’io sarei stata pronta per quel passo».
Cosa l’ha convinta a operarsi?
«La pandemia. Qualche mese addietro avevo indossato i primi tacchi, tuttavia mi cambiavo di nascosto in discoteca, vivendo una sorta di vita parallela. Con gli amici ero una persona e con la famiglia un’altra. Fin dalla scuola media ero insofferente, estrosa e divisiva. Caratteristiche che si sono accentuate alle superiori, quando ho deciso di non aver paura degli sguardi altrui ma di guardare io negli occhi tutti, chiedendo quale fosse il problema. Dopo un’infinità di fasi complicate mi sono finalmente accettata. Oggi dico: “Non sono come gli altri…per fortuna!”. Il punto è che non esiste gay o etero perché, come diceva l’intramontabile Raffaella Carrà, “siamo tutte splendide creature”. Quando è arrivata l’emergenza sanitaria, mi sono domandata perché mi importava tanto cosa pensasse la gente di me. Chi è la gente? In fin dei conti non è definibile, non esiste. Finché un giorno mi sono chiesta: “Se morissi adesso saresti felice di quello che hai fatto finora?”. La risposta era “no”. Ho cercato su Google il percorso da seguire per cambiare sesso ed è uscito un centro di Bologna ma ho lasciato l’informazione in stand by in attesa della maggior età. Quando ho spento 18 candeline, eravamo nel 2021, avevo già deciso di diventare la donna che rispecchiava la mia anima».