Rimini, volano insulti tra candidati nella sede Rai

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Volano parole grosse fra i candidati alle elezioni Amministrative, tanto da sfiorare lo scontro fisico: coinvolti Steven Ormerod, Bonfiglio Mariotti e Lucio Paesani.
È successo ieri mattina nella sede Rai di Bologna dove una quindicina di candidati riminesi erano stati invitati per confrontarsi sulla campagna elettorale. Lungo l’elenco degli invitati dalla tv regionale: presenti soprattutto i capilista dei numerosi gruppi elettorali, non c’era però alcun candidato sindaco. Fra gli ospiti: il noto imprenditore Bonfiglio Mariotti e Steven Ormerod, titolare del Turquoise, della lista Rimini per le imprese; Lucio Paesani, titolare del Coconuts, della lista Noi amiamo Rimini.


Ormerod e Mariotti


Ormerod ricostruisce così l’accaduto: «Ho fatto in tempo a mettere piede dentro la sala di attesa della Rai che Paesani mi viene incontro e mi chiede di seguirlo fuori dalla stanza. Una volta a quattr’occhi mi riempie di insulti e minacce anche molto pesanti, senza nessuna replica da parte mia». Nel frattempo, arriva Mariotti: «Sapevo – spiega – che fra i due in passato c’erano stati degli screzi, così ho deciso di seguirli. Ho sentito volare parole grosse e sono intervenuto per far allontanare Steven. Siamo rientrati nella sala di attesa, ma Paesani è tornato di nuovo verso di noi. A quel punto gli ho detto a male parole di stare lontano». A scongiurare il peggio ci ha pensato Giancarlo Grossi che si è frapposto fra i litiganti.
Mariotti aggiunge: «Tutte le donne presenti sono rimaste scioccate, persone che neanche conoscevo. Ho visto candidati veramente intimiditi dall’atteggiamento di Paesani e ho anche pensato che fosse una provocazione strumentale a innervosire i presenti. Per quanto mi riguarda, comunque, finisce qui: ho solo chiesto ufficialmente a Gloria Lisi di non parlare mai con Paesani. Questo episodio – conclude – chiarisce molto bene perché non sto con la destra (era fra i papabili candidati del centrodestra, ndr): la prepotenza non la sopporto».


Così Paesani


Per Paesani la vicenda però inizia un po’ di tempo prima: «Nella tarda serata di martedì ricevo da un amico l’ennesimo screenshot di tal Ormerod Steven, candidato nella lista Lisi. In quel messaggio appare l’immagine dei candidati Ceccarelli e Paesani con il commento “guardali, sembrano Brusca e Provenzano”. Il messaggio mi è arrivato ieri verso mezzanotte quando già sonnecchiavo sul divano – sottolinea Paesani – e purtroppo è stato letto prima da mio figlio che da me. La cosa mi ha fatto precipitare nell’imbarazzo, non tanto per il paragone assurdo che non necessita di spiegazioni, quanto per la presa d’atto circa il basso livello raggiunto da un candidato che si presenta come me alle elezioni».
«Così ieri – continua – arrivato negli studi Rai, segnalavo ad altri candidati presenti in sala, la gravità dell’accaduto quando inaspettatamente appare Ormerod. Decido di andare a fumare una sigaretta in cortile e gli chiedo di seguirmi per chiedere spiegazioni. Una volta fuori gli faccio notare che la frase era stata letta primo da mio figlio che da me. E che questo gesto di estrema superficialità aveva purtroppo contribuito a minare la serenità di un adolescente: una cosa né giusta né corretta. Non faccio in tempo a terminare il concetto che si affaccia alla porta, Bonfiglio Mariotti, il quale chiede al suo candidato di tornare in sala di attesa. Una volta rientrato anche io, vengo investito dalle urla e dalle offese di Mariotti motivate da presunte minacce rivolte a Ormerod. Rimango attonito ed impietrito. Provo a rispondere che non ho formulato alcuna minaccia ma le sue grida coprono la mia voce. Allora lascio perdere, raccolgo nomi e recapiti dei presenti per procedere con una querela». E aggiunge: «Chi mi segue sa che non uso né mezzi termini né mezze parole per dire le cose, ma le mie missive sono sempre “pubbliche, chiare e circostanziate”, e soprattutto permettono a tutti una replica che la diffamazione serpeggiante non permette».

 

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