Rimini. In cella per tentato omicidio: salvato dal suicidio

Ha legato il lenzuolo alle sbarre della finestra della cella ed ha cercato di togliersi la vita. Salvato dal tempestivo intervento del personale delle Polizia penitenziaria in servizio. È fuori pericolo il 21enne di nazionalità tunisina che martedì scorso (ma solo ieri se ne è avuta notizia) ha tentato di impiccarsi nella sezione dei Casetti dove i nuovi arrestati devono forzatamente trascorrere, da quando c’è la pandemia, un periodo di quarantena prima di poter avere contatti con altri detenuti. In carcere è entrato lo scorso 13 agosto dopo la caccia all’uomo della Squadra mobile della Questura di Rimini, impegnata nell’indagine sul feroce accoltellamento di Bellariva avvenuto nella notte tra il 10 e 11 agosto.

Salvato in extremis

Le 13 erano passate da una quindicina di minuti, quando il compagno di cella ha lanciato l’allarme. Il giovane magrebino, infatti, tolto un lenzuolo dalla branda, era salito sul tavolo, aveva assicurato un lato della corda improvvisata alla grata della finestra. Quindi aveva fatto un cappio, dove ha infilato il collo e si è lasciato andare. Il rumore provocato quando ha tolto i piedi dall’appoggio per poter “penzolare” è stata la sua salvezza. In extremis.

Il compagno ha infatti iniziato a chiedere aiuto e con altrettanta velocità il personale guidato da dottor commissario Gabriele Celli, ha aperto la cella. I segni dell’asfissia erano già molto evidenti e quindi senza perdere tempo è stato tagliato il lenzuolo. Appena in tempo. Il ragazzo è stato adagiato sulla branda. In cella, nel frattempo, sono arrivati anche infermiere e medico che hanno praticato le tecniche rianimatorie fino all’arrivo del personale di Romagna soccorso. Il 21enne è stato così trasportato all’Infermi dov’è tutt’ora ricoverato e piantonato.

Mancato omicida

Come detto il 21enne è ritenuto uno degli aggressori di un 38enne di nazionalità marocchina, da anni residente a Rimini, colpito con numerose coltellate all’addome, al fianco e alla schiena, a conclusione di un’accesa discussione nata all’esterno di un locale poi chiuso dal Questore per motivi di ordine e sicurezza pubblica. Lite nata dopo che uno degli accoltellatori aveva rivolto pesanti apprezzamenti verso una ragazza. Anche due amici del 38enne erano stati feriti in maniera più lieve.

L’agguato, avvenuto verso le 3 in viale Regina Elena, era stato scoperto solo quando il terzetto si era presentato all’ospedale Infermi per farsi medicare, ed il ferito più grave (tutt’ora ricoverato al Bufalini) era svenuto nella portineria, dove erano entrati scambiato l’ingresso di via Settembrini per l’accesso al pronto soccorso.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui