La qualità paga sempre. Anche quando la crisi blocca in casa gli italiani e l’inflazione tiene alti i prezzi. Negli hotel di più alto profilo di Rimini, infatti, l’effetto negativo del carovita non si è fatto sentire in termini di occupazione camere. Ma soprattutto di fatturato. E a confermalo sono gli stessi proprietari. Sottolinea Claudio Angiulli, direttore del Grand Hotel di Marina centro: «Abbiamo tenuto bene, nonostante una congiuntura sfavorevole per il Paese. Siamo, infatti, sui livelli del 2022, anno tra i più positivi per il turismo. Forse abbiamo registrato una piccola flessione, non superiore al 5%, su luglio e agosto dello scorso anno. Ma questo è dovuto esclusivamente al calo della clientela italiana. Compensata, però, da un flusso considerevole, quanto inatteso, di presenze straniere: inglesi, tedeschi, americani, cosa molto positiva, e poi svizzeri e francesi». A dimostrazione che quando il prodotto è di qualità non c’è crisi che tenga. «Siamo un 5 stelle - conferma Angiulli -, per cui copriamo una clientela che non risente di particolari congiunture economiche. E dico di più. Se abbiamo registrato un piccolo calo tra questo mese e quello passato, ci aspetta un settembre dal segno più. Al pari, se non migliore, dello scorso anno. E questo grazie al congressuale e agli eventi che portano sempre tanti turisti».
La legione straniera
Qualità che trovi, soddisfazione che incontri. Rilancia Fabrizio Fabbri, titolare dell’Up hotel, struttura dal design innovativo di Rivazzurra: «La stagione 2022 va considerata come una delle stagioni migliori: si veniva dalle chiusure Covid e la gente non vedeva l’ora di viaggiare, uscire, divertirsi. Quest’anno, quindi, nonostante un meno 5% posso dire che è andata bene. Anche perché rispetto al calo netto dei vacanzieri italiani, abbiamo avuto un aumento importante di presenze estere: tedeschi, svizzeri, francesi, anche qualche spagnolo, e poi polacchi e ungheresi». E manca ancora settembre «che - osserva Fabbri - fa ben sperare: ho un aumento di prenotazioni del 25% rispetto allo scorso anno». Trend confermato anche da Gianluca De Luigi, direttore de “Le Rose suite hotel”: «Settembre è partito molto bene, anche meglio della passata stagione, la migliore di sempre almeno nei mesi di luglio e agosto. Quest’anno, infatti, siamo intorno al 70% di occupazione camere: un buon 10% in più del 2022». E c’è anche chi parla di aumento di presenze, nonostante tariffe più care. Come Patrizio Cangini, dell’hotel Litoraneo, 4 stelle di Marina centro: «Luglio e agosto si sono chiusi con un 8% in più di presenze. Grazie soprattutto agli stranieri, in decisa crescita: polacchi, tedeschi, svizzeri. Ma quello che sorprende, e che dimostra che quando c’è qualità il cliente risponde presente, sono i prezzi che abbiamo adottato, superiori a quelli dello scorso anno: più 10%. Ebbene, nonostante questo abbiamo avuto un’occupazione camere superiore a quella del 2022. E parlo di suite andate tutte esaurite, oltre cinquanta stanze su un totale di 101 camere. A dimostrazione che quando c’è qualità bisogna farla pagare». E Antonio Salvatori del “Villa Rosa Riviera”, altro 4 stelle di Marina centro, aggiunge: «Il calo di presenze, intorno a un 5%, è stato compensato dal prezzo più alto. I turisti, in particolare quelli stranieri, infatti, non fanno storie sul costo della camera. Purché, però, la struttura che li accoglie sia di qualità e offra servizi top. Ecco perché - chiosa - bisogna togliere dal mercato tutti quegli alberghi marginali, e sono davvero tanti, che, per sopravvivere, puntano sul prezzo stracciato, attirano clientela borderline che finisce sulle pagine di cronaca nera, e squalificano il settore e la Riviera».