Terremoto in Romagna, il sismologo: "A breve possibili altre scosse"

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«Siamo davanti allo stesso fenomeno sismico che ha interessato il territorio giovedì. Credo, quindi, che potranno seguire altre scosse». Il sismologo Andrea Morelli, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, interpreta così lo sciame in corso ormai da un mese e che dal 26 gennaio ad oggi ha determinato ben 23 terremoti (fonte Ingv), i più forti dei quali si sono verificati ieri mattina, alle ore 6.32 (magnitudo 4.1 Richter, con epicentro individuato a Gambettola), e giovedì scorso (sempre 4.1, con l’epicentro a Cesenatico). E che sono stati avvertiti distintamente anche in provincia di Rimini.

Morelli, la domanda è d’obbligo: c’è il rischio che in questo quadro sismico possa arrivare una scossa forte, di quelle distruttive?

«A questa domanda è impossibile rispondere. Le conoscenze scientifiche che abbiamo non ci permettono ancora di prevederlo. Mentre posso dire che quando c’è una sequenza di questo tipo è plausibile aspettarsi altre scosse».

Scosse che saranno di stessa intensità?

«Sì, ci aspettiamo che possano essere dello stesso livello».

In questa area della Romagna, in passato, quali altri terremoti di forte intensità ci sono stati?

«Se andiamo indietro nel tempo abbiamo il sisma del 1916, a Rimini, che fu di magnitudo 5.8 Richter, e che provocò anche morti, e quello del 1483, anch’esso stimato intorno a 5.8, nella zona appenninica del Cesenate, che provocò distruzione in una vasta area circostante».

Quali sono le cause di questi terremoti?

«Diciamo che la dorsale appenninica è una zona sismica e che questi scuotimenti rientrano in un quadro di storicità sismica, che va inquadrato in una più ampia dinamica, quella relativa ai movimenti della crosta terrestre».

Morelli, questo evento può avere un legame con lo sciame sismico di inizio gennaio registrato al largo dell’Adriatico, nel Pesarese?

«Un legame di questo tipo è difficile da determinare. La magnitudo dei terremoti non è, peraltro, così elevata da poter immaginare un’interazione tra strutture sismiche vicine».

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