Rimini, la primaria: «Le scuole devono restare chiuse»

I contagi dei bambini tra i 6 e i 10 anni in provincia di Rimini sono schizzati a 844 casi ogni centomila abitanti nella settimana dall’8 al 14 marzo, ovvero a scuole appena chiuse. Un numero che potrebbe rispondere da solo alle richieste della piazza “No Dad”, quei genitori che chiedono di riaprire le scuole. Un numero ancora di più facile lettura se paragonato all’incidenza dei nuovi contagi per centomila residenti dall’1 al 14 marzo: 1.017. Ma la necessità di risposte di quelle famiglie che si trovano ad organizzare la giornata con i figli davanti a un computer in didattica a distanza, così come quelle dei ragazzi che chiedono di potere riavere un pezzo della loro normalità, sono tante. Ecco perché Gina Ancora, direttore del Dipartimento salute donna infanzia adolescenza dell’Ausl di Rimini, lancia un messaggio: «La scuola è l’ultima istituzione che dovrebbe essere chiusa, ma se si è arrivati a questa decisione, è perché la situazione epidemiologica è cambiata in maniera drammatica».

Dal suo osservatorio come ha visto l’evolversi dei contagi tra bambini e ragazzi?

«La variante inglese ha cambiato drasticamente, aumentadolo, il contagio del Covid-19. È una variante che si diffonde con più facilità, che aggancia i recettori dei bambini, cosa che succedeva più raramente prima che il virus mutasse. Di conseguenza i più piccoli d’età sono più contagiati ma non più malati di prima, perchè gli ospedali non si riempiono di bambini, ma dei loro familiari sì. L’età di ospedalizzazione è drasticamente scesa ai 50-60enni, i giovani veicolano il virus in maniera esponenziale».

Dati che lo confermano?

«Se ogni bambino prima che il virus mutasse ne contagiava altri due adesso ne contagia tre, significa che al sesto passaggio di contagio si arriva a 2.187 contagi, prima della variante erano 128. Ecco perchè chiudere le scuole è stata una scelta giusta. I bambini contagiano i loro genitori, quella fascia di età più esposta, visto che ormai gli anziani e i soggetti più fragili sono stati messi in sicurezza con il vaccino».

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