Rimini. I buttafuori: "In trincea, così rendiamo le disco sicure"

Li trovi in ogni locale, discoteca. Seri, attenti, osservano tutto e tutti con sguardo burbero. Sono agli addetti ai servizi di controllo, ex buttafuori, lavoratori del mondo della notte. Assunti per garantire la sicurezza di chi si diverte, balla, insomma di chi trascorre allegramente la propria vacanza in Riviera. Il loro compito è quello di assicurare uno svago tranquillo agli amanti della notte.
Commenta Mario (non citiamo il cognome per sua espressa volontà e per garantire la riservatezza dei locali dove opera), operatore della FiFa security network, società che gestisce il settore della sicurezza in quindici locali tra Rimini e Riccione e coordinata da Enzo Rozzi. «Abbiamo a che fare ogni notte con migliaia di persone che prevalentemente vogliono trascorrere una serata di divertimento, ma troviamo anche bulletti disposti a tutto, e spacciatori che riusciamo a bloccare e consegnare alle forze dell’ordine». E tutto questo all’interno di una discoteca, tra decibel sparati a palla, luci accecanti, e centinaia e centinaia di persone su di giri. Continua Mario: «Il più delle volte la nottata va avanti in tutta tranquillità, all’insegna del divertimento. Ma capita anche che arrivino gruppetti di giovani, queste famose baby gang, che, come unico scopo, hanno quello di alzare le mani o rubare. Basta una minima spallata durante il ballo, o uno sguardo di troppo, anche involontario, a una ragazza, ed è subito rissa. Il più delle volte rapida: qualche ceffone, qualche calcione, giusto per dimostrare la propria superiorità nei confronti degli altri. Ma ci sono momenti in cui diventa tutto molto pericoloso. A quel punto - racconta il buttafuori - interveniamo noi, facendo ben attenzione, però, a non usare violenza, con l’obiettivo solo di ristabilire l’ordine. Ecco perché io sollecito sempre i miei ragazzi a intervenire, almeno in quattro, cinque. Anche perché tra questi gruppi c’è gente pericolosa».
Ferite e aggressioni
Tanti pronti anche a vendicarsi. «Certo - continua Mario -. Un paio di settimane fa, ad esempio, un collega è finito al pronto soccorso dell’Infermi con una ferita al volto, tredici punti di sutura: sette, otto, di questi personaggi, non ragazzini, ma ultra trentenni, lo hanno aspettato fuori dalla discoteca, a fine lavoro, perché lui li aveva fatti cacciare dal locale in quanto ubriachi e molesti. Lo hanno, così, raggiunto all’auto e aggredito: sette contro uno. Ripeto, non è per niente un lavoro semplice il nostro. Devi essere addestrato, esperto, e molto attento».Per non parlare poi dei ladri. «Oltre alla tecnica dei furti di bracciali, telefonini o degli occhiali di marca - spiega ancora il buttafuori della FiFa -, che una volta sottratti al proprietario se li passano di mano in mano fino a farli sparire, c’è un’altra tecnica molto pericolosa usata da questa gente: quella dello spray al peperoncino spruzzato davanti all’impianto di aerazione, che si diffonde in un battibaleno per tutta la sala. Così, siamo costretti ad aprire tutte le porte e a guidare verso l’esterno i clienti. Mentre questi delinquenti ripuliscono tavoli, sedie, di ogni cosa: borse, portafogli, tutto quello che trovano, insomma».