Rimini. Hotel Gobbi, scattano i sigilli: "Prezzi bassi specchietto per le allodole"
«Mai ricordata una cosa simile. Mai accaduto di assistere a un raggiro così esteso, così ben orchestrato, e portato a termine in così poco tempo». È sbigottita la presidente dell’Associazione Albergatori di Rimini, Patrizia Rinaldis, nel commentare la vicenda della truffa di Ferragosto. Il caso con al centro l’hotel Gobbi, un due stelle di via Siracusa, a Marebello, che, oggi, verrà chiuso. Perché non in regola con le norme antincendio, come appurato dai vigili del fuoco: ad apporre i sigilli ci penseranno gli agenti della polizia locale. Commenta Rinaldis: «Siamo alle solite. Come spesso accade, è tutto legato ai prezzi troppo bassi. Specchietto per le allodole, specialmente in un momento di inflazione galoppante come questo, per chi non dispone di tante possibilità economiche. E, soprattutto, per famiglie vogliose di fare la meritata vacanza dopo un anno di lavoro e di sacrifici. Prezzi talmente ridicoli, 30-35 euro in pensione completa, impossibili da sostenere per un’attività regolare, che dovrebbero insospettire, far fiutare l’illegalità. Ben prima del patatrac». Continua, irritata, la Rinaldis: «Un raggiro, peraltro, consumato ai danni di chi non può, di chi non è certo benestante e che, per permettersi i soldi per pagarsi quella settimana di riposo, si è sottoposto a mille sacrifici. Ecco, questo è l’aspetto più grave e doloroso dell’intera vicenda. Ci vorrebbero pene esemplari per questi truffatori». È imbufalita la rappresentante degli albergatori; e la sua rabbia è comprensibile, perché di mezzo ci va l’immagine dell’intera categoria. «Purtroppo, quando sui media esce il nome di Rimini la gente collega l’accaduto all’intero settore e, anche, all’intera comunità. Vai a spiegare che questa gente non è riminese, ma utilizza Rimini per fare del business criminale. Ecco perché mi capita spesso di ricordare ai miei associati che quando si affitta, si dà in gestione, o si vende un albergo, bisogna fare sempre molta attenzione, avere gli occhi ben aperti, informarsi su chi ci si presenta davanti. Perché questa è gente espertissima nel raggiro. E senza scrupoli. Basti pensare che a maggio, a inizio stagione, quindi, l’hotel Gobbi vantava di buone recensioni sui siti turistici. Create da loro stessi ovviamente. Insomma, gente del campo». E tra i 500 clienti truffati, a tanto ammonterebbero, secondo gli investigatori, le prenotazioni registrate da questi imbroglioni, rispetto alle 40 camere a disposizione dell’hotel (800mila euro il giro d’affari stimato dagli avvocati dei truffati e dalle associazioni dei consumatori, tra caparre incassate e fornitori non pagati), c’è anche una famiglia belga. Chiosa la Rinaldis: «Hanno chiamato l’associazione per metterci al corrente dell’intera vicenda. E per avere informazioni sul nuovo hotel al quale si erano rivolti per poter trascorrere, ugualmente, le vacanze a Rimini. Tranquillizzati sulla serietà della struttura, hanno confermato la prenotazione». Mentre i 200 euro di caparra bonificate all’hotel Gobbi non li riavranno più indietro.