Rimini. Fuga dalla Rsa, l'81enne: "Voglio aiutare altri anziani"

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«Non mi arrendo, aiuterò gli altri anziani a vivere come desiderano». Si prospetta un lieto fine per l’81enne Bice scappata dalla residenza per anziani di Faenza e diretta in Riviera, a Bellaria Igea Marina, luogo che racchiude i suoi ricordi più felici. In tanti si offrono per accoglierla in casa o condividere una con lei. Se troverà una coinquilina entro il 29 maggio potrà lasciare la Rsa, come stabilito dal giudice del Tribunale di Ravenna. Intanto la politica scende in campo per lei, come spiega l’avvocato della signora, Giuliano Lelli Mami, menzionando il consigliere comunale di Italia viva, Alessio Grillini. Un “sì” ufficioso arriva anche da chi sostituirà l’attuale amministratore di sostegno di Bice.

È contenta di tutta questa attenzione?

«Sono felice ma stremata. Dicono che sono vecchia ma sto vivendo emozioni da ventenne, tra interviste e Tribunale. L’ultimo invito per il co-housing viene da una 65enne di Marina di Ravenna. Cerco una persona perbene per dividere le spese dopodiché ognuna farà la vita che preferisce. Sarà un'amicizia all’insegna della libertà, una cordialità non opprimente. Un’altra novità? l’invito di Mara Venier a “Domenica in”, ma la partecipazione è in forse, finché non cambierò amministratore».

Cos’ha provato finendo sul piccolo schermo?

«Nessuna soggezione, in fin dei conti dirigevo un ufficio postale ma è bello sentire gli italiani vicini, con tutto il cuore».

Come passava le giornate alla Rsa?

«Camminando nei corridoi. Pensi che sono arrivata ad agosto e ho messo il naso fuori solo a inizio aprile, per la fuga. Mi è stato proposto un accompagnatore a 20 euro l’ora, un’assurdità per una persona autonoma».

Perché ha scelto la Riviera?

«Conosco la pensione Flora a Igea Marina da 65 anni, prima vi trascorrevo le vacanze con i genitori, poi con mio marito. Vista la Pasqua imminente pensavo fosse aperta, invece quel freddo della malora mi ha scombinato i progetti. I titolari mi hanno consigliato un altro hotel, camminando ho visto una chiesa che non ricordavo e mi son detta: “Se parlo col parroco, troveremo una soluzione”. Invece i sanitari mi hanno portato all'ospedale di Rimini dove sono rimasta inchiodata a una sedia fino all’indomani alle 17».

L'insofferenza per “minestrine annacquate e prosciutto di cent’anni” ha fatto scalpore.

«Soffro di diverticoli e seguo una dieta ristretta fermo restando che in una struttura con 140 malati il cuoco non può far miracoli. Prima del ricovero adoravo le tagliatelle: un filo d’olio, una spolverata di parmigiano e – perché no? - qualche oliva snocciolata».

Altra emergenza, le notti insonni.

«Gli altri ospiti gridano, invocando i santi o la loro mamma. Quando la Rsa era gestita da mio padre, un socialista impegnato in politica, la struttura era articolata in appartamenti, così era più facile separare i sani dai malati».

Tornerà in Romagna?

«La pensione mi ha offerto una settimana di ferie gratuite ma la priorità è trovare una casa».

Quali le passioni che le infondono coraggio?

«Lo studio: oltre alla maturità scientifica, ho conseguito il diploma come maestra, divenendo infine segretaria d'azienda. La mia passione resta la politica. Rinunciavo alle ferie per accompagnare gli anziani ravennati al mare e aiutavo le ragazze madri. Ora spero di sostenere persone nelle mie condizioni, prima che la mia storia venga dimenticata. Meritiamo una vita dignitosa fino all’ultimo respiro».

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