Rimini. Frati di Santo Spirito, la lettera del Papa

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«Il trasferimento dei frati? Si apre uno spiraglio. La Papa Giovanni XXIII ha fatto un passo indietro». A segnalare la novità, dal convento di Santo Spirito, in via della Fiera, è padre Carlo Bonfè. Intanto arriva l’insperata lettera di Papa Francesco che, pur impossibilitato a intervenire, risultando la questione fuori dal suo raggio di competenza, «assicura un ricordo nella preghiera».

Il cambio di rotta

Non cela la sua gioia padre Bonfè, uno dei sei frati dai 57 agli 84 anni che vivono in uno dei monasteri simbolo della storia riminese. Una delle ultime roccaforti di intensa spiritualità e servizio ai poveri che rischiava di chiudere per la carenza di vocazioni. Un epilogo che avrebbe decretato per contraccolpo non solo il trasferimento dei frati in altre sedi, ma soprattutto la fine della mensa dei poveri che distribuisce 120 pasti al giorno, da 21 anni, rimanendo aperta dalle 16 alle 18 con qualsiasi tempo e nonostante imprevisti e difficoltà.

Ora la decisione che pende come una spada di Damocle sui frati e i fedeli è stata rimandata a dopo Pasqua, «quando - fa presente padre Bonfé - si riunirà il Capitolo elettivo per scegliere i nuovi superiori nell’Ordine. Quelli attuali hanno infatti svolto due mandati, quindi non posso essere più rieletti».

Ma il vero giro di boa, a suo avviso, sarebbe la scelta della Papa Giovanni XXIII che «ha fatto marcia indietro».

Tradotto. «Sebbene interessata all’affitto in comodato d’uso del monastero, per renderlo casa di accoglienza, - spiega - ha cambiato idea». Se la fumata sia bianca o nera solo il tempo potrà rivelarlo.

Contattata, la Papa Giovanni XXIII preferisce non intervenire, al momento in cui esplose il caso, notò che era stato l’Ordine a chiedere a diverse associazioni del tessuto riminese se fossero interessate all’antico lazzaretto della città, per offrire un nuovo inizio.

Il colpo di scena

Intanto ad aver vissuto una singolare esperienza è Sergio Sansone, il portavoce dei residenti della zona, che avevano raccolto 1.500 firme per scongiurare l’addio ai frati.

Racconta in proposito: «Ho scritto due volte alla Congregazione dei Cappuccini di Bologna, senza ricevere alcuna risposta, al contrario, il Santo Padre mi ha inviato una missiva a stretto giro. Sinceramente mi sarei aspettato lo scenario opposto, ma sono grato e ottimista».

Così il Pontefice ha steso sui fedeli la sua benedizione lodando «le espressioni di filiale devozione» nei confronti dei francescani. Sulla questione «di competenza dell’autorità ecclesiastica locale e dei superiori della congregazione», Papa Francesco invita tuttavia «a confidare nel loro discernimento che hanno sempre a cuore il bene della Chiesa e dei suoi figli, nonostante talune scelte difficili e sofferte a causa della penuria di vocazioni».

Commosso da queste parole, solo per un istante Sansone allarga le braccia: «Una domanda non mi abbandona: perché per i Cappuccini di Santarcangelo, che devono restaurare il Convento, è subito partito un crowdfunding e invece per i nostri frati, insediati fin dal 1571 a Rimini e dal 1877 a Santo Spirito, non si muove una virgola?».

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