Rimini emergenza sfratti, Comune in trincea
Trovare una casa in affitto è un’impresa, nonostante gli appartamenti lasciati vuoti siano una enormità: più di 12mila. Soprattutto nelle città turistiche i proprietari preferiscono alimentare il boom degli affitti brevi ritenuti magari più sicuri e redditizi rispetto a un inquilino travolto dalla crisi che smette di pagare. Una situazione certamente complicata all’interno della quale il Comune sta cercando una soluzione condivisa da tutte le parti in causa. Come? L’intenzione è quella di lanciare un nuovo “Patto per la casa” cercando soprattutto di mettere in campo un paracadute economico di garanzia per il padrone dell’immobile. L’idea dell’assessore alle politiche sociali Kristian Gianfreda è quello di aumentare il numero di mesi in ogni caso pagati previsti attualmente dalla Regione perché tre viene ritenuto un numero insufficiente.
L’emergenza è servita
Il tempo stringe perché dopo due anni di sfratti bloccati a causa della pandemia sanitaria, ora il via libera rischia di innescare una vera e propria “catastrofe” su scala provinciale: nel 2021 sono stati richiesti 101 sfratti, diventati 159 nel 2022, mentre le stime per l’anno in corso fanno decollare la cifra a 540.
“Facciamo squadra”
L’assessore Gianfreda nei giorni scorsi, insieme anche all’Acer, ha incontrato i rappresentanti delle agenzie immobiliari.Obiettivo? «Condividere un progetto che possa aiutare ad aprire il mercato immobiliare».
Come? «Dobbiamo coinvolgere l’intera comunità, il terzo settore, le agenzie immobiliari, i proprietari di immobili, imprimendo un cambio di rotta, attraverso un vero e proprio patto con i proprietari in grado di rispondere alle necessità sia di chi affitta sia di chi cerca casa».
Di cosa si sta parlando? «Misure concrete e agevolazioni ad hoc per incentivare i proprietari a destinare all’affitto medio-lungo e a canone contenuto gli immobili oggi vuoti o pensati per gli affitti brevi, in modo tale da ristabilire una maggiore disponibilità di appartamenti. In questo senso» il Comune «potrebbe fare da sigillo e contemporaneamente garanzia di questo nuovo “patto di comunità”».