Rimini, Elia Shilton e Lella Costa al teatro Galli

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Uscito, postumo, nel 2015 “Le nostre anime di notte”, dello scrittore americano Kent Haruf, è diventato in breve tempo un vero e proprio cult. Anche in Italia il romanzo, tradotto sei anni fa, ha subito riscosso un grande successo. Dopo la versione cinematografica, che vede come protagonisti Jane Fonda e Robert Redford, ora la storia di Addie e Louis arriva anche sul palcoscenico grazie a Lella Costa ed Elia Shilton, in scena questa sera al teatro Galli. L’adattamento è firmato da Emanuele Aldrovandi, la regia da Serena Sinigaglia.

Addie e Louis sono due settantenni. Vedovi. Si conoscono da anni. Vivono a pochi metri di distanza. Semplici conoscenti, fino a quando Addie non propone all’uomo di andare a dormire da lei. Nulla di provocante. In realtà, dopo la scomparsa del marito, non riesce più ad addormentarsi da sola e ha unicamente il desiderio di condividere con qualcuno il momento di intimità che segna il passaggio dal dormiveglia al sonno. Qualche parola, qualche chiacchiera avvolti dal buio.

«Una sensazione che molti conoscono o per esperienza personale o perché vissuti da conoscenti – sottolinea Shilton – . In questo spettacolo, come nel romanzo, si parla infatti del desiderio di avere qualcuno con cui parlare. Un tema che riguarda qualsiasi individuo, non solo persone di una certa età».

Addie e Louis poi si innamorano. Una storia delicata, dolce e sincera. Cosa crede che di questo racconto colpisca maggiormente il pubblico?

«La semplicità e la schiettezza con la quale i due personaggi comunicano – risponde Shilton – . I due protagonisti sono due persone che non hanno nulla da dimostrare, non vogliono apparire quello che non sono. L’età e l’esperienza li hanno portati a capire che l’importante è altro, l’importante è sentire il calore, la presenza di qualcuno da ascoltare e a cui confidare sogni e speranze».

Sinceri e genuini i sentimenti. Crede che sia ancora difficile parlare dell’amore tra persone in età molto adulta?

«Da un certo punto di vista sì. Nell’America di Kent Haruf ancora di più, a causa dei pregiudizi e degli opportunismi materiali che guidano la società».

Insieme a lei la sensibile Lella Costa.

«Con Lella si è creato un rapporto simile a quello tra i due personaggi. Siamo leggeri senza essere superficiali. Non parliamo di buoni sentimenti, ma di sentimenti. Lella da sempre affronta a teatro temi significativi. Io stesso quando faccio teatro di prosa porto in scena spettacoli che hanno qualcosa da comunicare. Anche in questo caso ci siamo trovati di fronte ad una necessità. Diamo corpo all’esigenza di raccontare questi temi e al coraggio di esprimersi con libertà».

Nella sua carriera cinema, teatro e radio. Progetti futuri?

«Sto seguendo il progetto che porterà in scena al Teatro Nazionale di Napoli il testo “Impossibile” di Erri De Luca, ci sarà il Maggio Musicale Fiorentino e uno spettacolo tratto da “Il rito” di Bergman».

Inizio alle ore 21

Info: 0541 793811

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