Rimini, ecco "Tinto": l'ex cantinetta realizza il sogno di due giovani amici

Da “Io e Giacomo” a Lollo e Aris, l’ex cantinetta della Piazzetta dei Teatini cambia pelle e diventa “Tinto”. Già il nome dice tutto, perché tinto è il vino rosso ma rimanda anche alla tinteggiatura, ai colori, all’aria di festa. La si respira tutta nell’entusiasmo con cui Lorenzo “Lollo” Lunedei e Aris Ruggeri presentano la loro creatura e la prima sfida imprenditoriale che affrontano a 30 anni, dopo una vita di amicizia ed esperienze comuni nel settore, in gran parte nella galassia dei fratelli Nanni. Vi sono entrati nel 2015 al Newport e hanno lasciato la Esse Romagnola per mettersi in proprio: “Lollo” vi arrivava da trenta mesi di formazione fra Australia, Stati Uniti e Messico e se ne è andato da direttore. Aris si è regalato un periodo milanese associando alla laurea la direzione di una catena di ristorazione negli spazi in co-working di una start up innovativa prima di rientrarvi un annetto fa. «Sono stati un po’ la nostra scuola, le persone che ci hanno insegnato il mestiere e fatto crescere in questo mondo. Li ringraziamo per questi anni bellissimi e per essere stati i primi a dirsi molto contenti per questa nuova avventura» dicono in coro, dando appuntamento a oggi pomeriggio, alle 17.30, per un’inaugurazione festosa con tanto di porchetta della macelleria Muccini tagliata al coltello e dj set.

Lollo e Aris, come nasce l’idea di lanciarsi in prima persona?

«Siamo migliori amici, ci conosciamo da quando avevamo 12-13 anni e coltivavamo questo sogno da sempre. Quando abbiamo capito che questa sarebbe stata la nostra vita ci siamo sempre ripetuti che avremmo avuto un nostro locale e andando avanti il sogno è diventato un bisogno: due anni fa abbiamo iniziato a guardarci intorno, abbiamo trattato un locale per qualche tempo poi ci siamo costruiti questa occasione e quando è maturata non ci abbiamo pensato un secondo».

Che tipo di offerta porterete in città?

«Tinto sarà una vineria e tigelleria, un luogo in cui dare la stessa importanza al vino e al cibo con taglieri farciti con salumi di qualità di Modena e Pavullo, zona in cui da sempre li si abbina alla tigella. Non saremo un bar, non faremo colazioni, ma una pausa pranzo con format smart e veloci da ufficio e studenti universitari e soprattutto aperitivi che diventino un nuovo modo di pensare la cena un po’ sulla falsariga di quanto avviene nelle grandi città. L’ambizione è valorizzare i produttori del territorio, ma senza precluderci le eccellenze da fuori regione»

Quanto coraggio ci vuole a mettersi in proprio dopo i terribili anni del Covid?

«Rimini è una piazza che ha ancora margini e spazi, il centro storico è diventato un gioiello e l’ambizione è creare un polo anche qua in piazzetta con il Naked che è un locale giovane e Io e Simone con cui avremo sinergia e collaborazione. Oltre all’interno e al dehor, avremo quindi anche dei tavolini nel parco. Puntiamo su un target prevalentemente riminese, siamo abituati a lavorare con loro e ne conosciamo le abitudini. All’aperitivo non mancherà quindi la musica, ma non diventerà il dj set per fare le due o le tre di notte. Anche perché non faremo cocktail (al massimo qualche spritz o americano) ma serviremo vino».

Perché Tinto? E siete riusciti a trovare personale che di questi tempi è quasi un’impresa?

«È un nome che rimanda immediatamente al vino ma anche ai colori e tutto ciò che è tinteggiato, più colorato, è più gioioso. Oltre a noi due ci saranno due collaboratori, uno per la preparazione di taglieri e tigelle che prendiamo da un forno artigianale di Pavullo e uno per bar e servizio».

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