Rimini e la Vecchia pescheria: "Tolleranza zero e regole per tutti"

La movida non è sinonimo di sballo e violenza. Per questo non sono da criminalizzare e trovare capri espiatori nei locali della Vecchia pescheria. Lo ripetono all’unisono gli operatori del centro storico dopo la denuncia dell’ennesimo episodio di violenza, avvenuto a fine marzo, col pestaggio di due sessantenni da parte di un gruppo di giovani che poi li hanno anche rapinati dei telefoni cellulari.
Due pesi due misure
«Non dobbiamo essere noi oggetto sistematico dei controlli» dice Fabrizio Nanni co titolare dello Zibaldone e dell’Osteria delle Poveracce con il socio Giacomo Gualtieri -. Non possiamo però essere noi i capri espiatori». Nanni tiene a sottolineare d’aver «apprezzato la nuova apertura del Comune, ma ora occorre un cambio di passo. Auspichiamo siano sanzionati gli esercenti che non rispettano le regole in tutte le zone della città. Tolleranza zero deve essere uguale per tutti».«Come tenere lontani i giovani violenti? Contenendo per esempio le mele marce della nostra categoria. Per farlo occorre contingentare le licenze, impedire che un qualsiasi sprovveduto diventi imprenditore investendo appena 5mila euro e possa aprire un locale dove riesce a vendere shortini ad un euro anche ai minorenni». Ne è convinto Steven Ormenod che con il padre Andy e la sorella sono alla guida del Foyer. C’è anche chi ha deciso di gettare definitivamente la spugna come Mattia Lualdi de “Il corridoio - La gineria”: «Chiudo perché non ha più senso stare qui. Due anni di Covid, le regole cambiate dopo la riapertura, mi hanno convinto che ho fatto il mio tempo».