Articoloventisette e Capitale Rimini per una nuova cultura

La candidatura di Rimini a capitale della cultura 2024, una scintilla che il caporedattore del TgrRai Giorgio Tonelli ha acceso dalle pagine del Corriere Romagna a gennaio scorso e che poi ha dato vita sul giornale a un intenso dibattito, ha creato una nuova consapevolezza di identità cittadina e un rinnovato slancio in tanti riminesi. Da quel sassolino gettato nell’acqua sono partiti tanti cerchi concentrici che ancora stanno continuando ad accogliere sempre più persone e idee su ciò che Rimini sia al momento e su quanto ancora possa diventare. A testimonianza di questo sono nati anche veri e propri gruppi di cittadini uniti da una profonda riflessione culturale: il primo ad affacciarsi in questo nuovo scenario è stato Articoloventisette seguito da Capitale Rimini. Entrambe le iniziative non nascono come un manifesto statico, pur partendo da valori e visioni enunciate, ma desiderano essere cantieri dinamici pronti ad accogliere sempre più persone in questa nuova costruzione culturale della città.

Articoloventisette

« Articoloventisette prende spunto dall’articolo 27 della Dichiarazione universale dei diritti umani (Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici) – racconta lo psicologo riminese Donato Piegari, tra i promotori dell’iniziativa –. Il gruppo è nato in maniera molto spontanea, ci siamo presentati da subito con un documento volutamente lasciato incompleto che vuole via via arricchirsi di contributi. Articoloventisette accoglie addetti ai lavori ma non solo, vuole arrivare anche ai fruitori di cultura e a chi ancora non lo è. In questo dibattito collettivo crediamo sia fondamentale l’ascolto e nella co-progettazione mettiamo la cultura al centro. Si tratta di politica culturale che riconosce nella cultura un fatto pubblico e come tale va organizzata. Rimini deve investire in politiche culturali per crescere».

Come portate avanti il lavoro?

«Ci incontriamo con regolarità online e abbiamo creato dei sottogruppi che chiamiamo “osservatori” per andare ad affrontare tematiche diverse, ad esempio: “Beni culturali”, poi “Distretti culturali” (che ha la finalità di portare piccoli presidi in ogni zona della città arrivando fino alle frazioni e alle periferie ascoltando le diverse esigenze), “Inclusione sociale”, perché la cultura è anche questo, eccetera. Debutteremo con una diretta questa sera (venerdì 16 aprile) alle 21 sulla nostra pagina Facebook e sul canale Youtube per parlare di Rimini e le produzioni teatrali con Cesar Brie, Isadora Angelini e Luca Serrani (Teatro Patalò) e Nicoletta Fabbri».

Capitale Rimini

La riflessione che ha portato a far nascere Capitale Rimini sta alla base delle esperienze “E la chiamano Rimini” e Radio Ora che durante questo anno difficile hanno cercato di fare rete tra gli artisti del territorio accolti dalle iniziative ideate e sostenute dal Comune per mantenere in vita l’intero settore.. «Grazie a questi eventi Rimini ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per diventare capitale della cultura – spiega Massimo Roccaforte, tra i promotori delle iniziative attivate e di Capitale Rimini –. Ora immagino un processo orizzontale in cui il vero motore possono essere le proposte derivate dal confronto per continuare a migliorare in questa dinamica già avviata. Lo scorso maggio Rimini ha riaperto il teatro Galli presentando come manifesto estivo un inno, Rimini di Fabrizio De André interpretata dai musicisti del territorio, e un doppio cd che contenesse le loro canzoni, andando poi a riempire le arene estive facendoli tornare sul palco e rimettendo in piedi tutta la macchina che comprende anche i tecnici. La città ha dato un segnale forte ripartendo dalla cultura. A cavallo con il nuovo anno abbiamo poi trasformato il teatro Novelli in una sorta di Factory con concerti, musica, eventi e dirette che sono stati seguiti da tutta la cittadinanza (e Radio Ora è pronta per ripartire in questa primavera con un nuovo palinsesto). Questa è per me una buona pratica in cui il valore, il capitale sono le persone e l’obiettivo è accogliere sempre più contributi da chi sentirà l’esigenza di essere protagonista in questo processo. Una riflessione che vuole essere costruttiva per migliorare sempre di più a partire dalle potenzialità della nostra città».

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