Rimini. Aggredisce ex in spiaggia, condannato per violenza sessuale

Aveva raggiunto la ex a Rimini per dimostrarle di non essere più la persona violenta da cui lei si era voluta separare. Ma dopo una serata di risate l’ha portata in spiaggia, picchiata e cercato di stuprare. Ieri, cinque anni dopo quella notte di agosto del 2017, il tribunale di Rimini ha condannato per violenza sessuale ipotesi lievi a due anni di reclusione (pena sospesa) un 27enne milanese. Il Pm Paola Bonetti aveva chiesto la condanna a 6 anni.

Se lui la sua partita con la giustizia l’ha chiusa, una nuova l’ha invece aperta l’amico che lo aveva accompagnato nella missione riminese. L’accusa infatti ha chiesto la trasmissione degli atti della sua deposizione alla Procura perché valuti la possibilità di indagarlo per falsa testimonianza. Per tirare fuori dai guai l’amico ha infatti raccontato una storia completamente diversa a quella fornita dalla vittima (assistita dall’avvocato Veronica Magnani). E questo nonostante la ragazza avesse detto che le era stato di aiuto per sfuggire dall’aggressione.

La storia

Come detto la violenza si è consumata nelle ore immediatamente successive all’arrivo del milanese a Rimini dove l’ex fidanzata era in vacanza da alcuni giorni e che non si era opposta all’incontro. Gli ex conviventi si sono dati appuntamento in un bar e lì hanno iniziato a ridere scherzare. Poi, sempre sotto la “supervisione” del terzo incomodo a notte fonda hanno deciso di scendere in spiaggia. Si sono sdraiati su un lettino e da lì a breve la situazione è degenerata quando lui ha cercato di baciarla. Prima è partita la discussione. Lei si è alzata ed ha cercato di andarsene ma lui l’ha placcata e fatta finire nella sabbia in ginocchio. Aiutata dall’incomodo è riuscita a liberarsi ma l’ex l’ha nuovamente fatta cadere e le si è messo a cavalcioni. L’ha baciata sul collo, poi le ha infilato la mano sotto la gonna e l’ha accarezzata senza infilare la mano sotto lo slip (si spiega così la condanna mite). Finalmente liberatasi dalla presa aveva raggiunto un gruppo di ragazzi, aveva chiesto un telefono in prestito ed aveva chiamato i carabinieri. Un’ambulanza l’aveva poi portata al Pronto soccorso.

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