Rimini, a Corpolò chiude l'ultima bottega dopo 85 anni

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Per oltre 85 anni è stato un punto di riferimento per la frazione Corpolò. Alla notizia che la bottega di generi alimentari della famiglia Morri avrebbe chiuso, il 31 dicembre scorso, qualche anziano si è anche presentato «in lacrime», racconta il titolare. Ma il fatto è che ormai erano rimasti proprio loro, i pochi anziani della frazione gli unici clienti del negozio : «Ormai era diventato impossibile riuscire a chiudere l’anno senza rimetterci e considerato anche la mia età, compirò a marzo 73 anni, e che lavoro ormai da più di 50 anni, alla fine la decisione è stata questa». Il dispiacere comunque c’è per il signor Alessandro Morri, penultimo di otto fratelli, e ultimo dopo le sorelle e il fratello Francesco a occuparsi della bottega in via Marecchiese 564/566 che fu aperta dal padre Alfredo a metà degli anni Trenta. «Quando hanno saputo che chiudevamo alcuni clienti fedeli hanno pianto, soprattutto le signore per le quali la bottega era diventata nel tempo anche un luogo di ritrovo – spiega Morri –. Ci sono rimaste male, ma non non potevamo più andare avanti».

Il mondo cambiato

«Abbiamo lavorato una vita tutti quanti in famiglia e crediamo anche di aver fatto molto per il paese fornendo un servizio. Ultimamente era diventato sempre più difficile, perché le massaie non ci sono più e ormai nessuno fa più la spesa giorno per giorno, ma vanno tutti nei supermercati – spiega il titolare –. Era un po’ che ci pensavamo, gli ultimi anni è stato difficile chiudere i conti in pareggio, e quest’ultimo in particolare abbiamo seriamente rischiato di andare in rosso. Ma abbiamo comunque aspettato un paio di anni, sperando che qualcuno si facesse avanti per rilevare la bottega. Ma non è successo. Avremmo lasciato anche scansie e attrezzature, ma il fatto è che, a parte la clientela sempre più scarsa per le piccole botteghe come la nostra, nessuno fra i più giovani oggi vuol fare questo mestiere. Non ci sono festivi, domeniche, ferie e malattie, io stesso ricordo che quando i miei amici andavano a divertirsi a me toccava lavorare... ma il fatto è che oggi non ne vale più la pena perché che ormai l’attività non rende più come un tempo, perché oggi tutti vanno al supermercato, i grandi gruppi assorbono ormai tutta la clientela. Bisogna rendersi conto che i tempi e il mondo cambiano e quando arriva il momento arriva. Poi non si vive solo per lavorare, io in bottega ho trascorso 55 anni della mia vita, mio fratello Francesco 65».

Una vita in bottega

Dietro quel bancone Alessandro Morri ci è nato e cresciuto. «Una volta – ricorda – si vendeva di tutto, dai generi alimentari alla merceria, ricordo che mio padre vendeva anche il carburo per accendere le lampade. Tante persone del paese d’estate si spostavano in riviera per la stagione o nelle zone dei campi per la raccolta del grano, facevano la spesa e noi segnavamo tutto sui quadernini. A saldare sarebbero poi passati solo una volta incassato il compenso per il loro lavoro. C’erano pochi soldi un tempo, ma la parola delle persone aveva un valore». Negli anni Settanta il piccolo emporio cambiò mantenendo solo la parte di generi alimentari, frutta e verdura e così è andato avanti fino ad oggi, consegnando da sempre anche la spesa a casa dei clienti che ne facevano richiesta, ora la vita della frazione, necessariamente, per qualcuno cambierà.

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