Rimini. A 40 anni dal condono gli demoliscono mezzo locale abusivo

Archivio

Ruspe in azione per demolire più della metà del Blue Bar sul lungofiume di San Giuliano Mare. «Su 352 metri quadrati, me ne porteranno via 200: l’intera cucina, tutta la sala e i servizi – spiega il titolare Giovanni Mazzoccoli –. La nostra clientela abituale viene a fare la fila per vedere che cosa sta succedendo». Ma come si è arrivati alla demolizione della parte ristorante e pizzeria? «È l’epilogo di una storia lunga – racconta –. Come è successo a molte altre persone qui a Rimini, mi sono ritrovato proprietario di uno stabile che era stato oggetto di un condono. Un condono che risale ad oramai quarant’anni fa e che ho “ereditato” dai due proprietari che ci sono stati prima di me». E «a seguito del parere negativo da parte della Soprintendenza, secondo cui una parte del locale impediva la vista del mare (il Blue Bar è l’ultimo edificio prima della fontana della balena e della spiaggia, ndr), il Comune ha deciso di accelerare i tempi e di chiudere la questione con un’ordinanza di demolizione – aggiunge –. A nulla sono valsi i ricorsi. E neanche il fatto che uno di questi sia ancora al vaglio del Tar e il tribunale non si sia ancora pronunciato al riguardo». Non è tutto: «C’è anche un diniego dell’Ente di bacino, che interessa specificamente la parte della cucina e dei servizi dal lato del fiume – continua –. Stranamente, però, questo diniego non riguarda nessun altro edificio lungo via Zavagli (dal sottopassaggio della ferrovia fino al lungomare, sono moltissimi quelli che si affacciano sulla riva destra del Marecchia, ndr), ma esclusivamente il mio».

Dopo il lavoro delle ruspe

«Il locale è tornato nella versione che era stata autorizzata nel 1958 – prosegue –. Era stato ampliato nel 1963, ed era questa la forma in cui l’ho trovato quando sono subentrato come affittuario nel 1985, per poi acquistarlo nel 1999. Fra affitto e proprietà, sono in questo locale da 37 anni». Guardando al futuro, «per la stagione estiva dell’anno prossimo, vedremo che cosa riusciremo a fare con il chiosco (la parte bar e gelateria, ndr) che rimarrà – commenta Mazzoccoli –. Però abbiamo già in mente anche un progetto per cercare di recuperare un po’ di spazio. Speriamo di essere un’araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri ancora più bella e innovativa».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui