Rigassificatore a Ravenna, la Snam: "Lavori a inizio 2023, in funzione nel 2024"

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Avvio dei lavori a inizio 2023. Ed entrata in funzione a metà 2024. Sono queste le tempistiche per il rigassificatore di Ravenna previste da Snam, che oggi ha presentato il progetto in Regione al tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima e, a seguire, anche alle commissioni Politiche economiche e Ambiente dell'Assemblea legislativa e al Tavolo per l'economia a Ravenna. L'istanza di realizzazione del progetto, trasmessa la settimana scorsa al commissario e presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che l'ha poi inviata ai ministeri competenti, sarà portata ora all'esame degli oltre 40 enti direttamente coinvolti dal processo autorizzativo. L'autorizzazione alla costruzione e all'esercizio delle opere dovrà infine essere rilasciata dal commissario entro 120 giorni dal ricevimento. La tempistica del progetto presentata da Snam prevede appunto l'avvio dei lavori entro il primo quadrimestre del 2023, con l'obiettivo dell'entrata in esercizio del rigassificatore entro il terzo trimestre 2024. Al largo di Ravenna, a circa 8,5 chilometri dalla costa, sarà dunque ormeggiata una nave con una capacità di rigassificazione di circa cinque miliardi di metri cubi, pari a un sesto della quantità di gas naturale oggi importata dalla Russia, e di stoccaggio di 170.000 metri cubi. Sarà rifornita a intervalli regolari, al massimo una volta alla settimana, da navi metaniere. Inoltre, verranno realizzate alcune infrastrutture per allacciare la nave alla rete gas esistente, con un metanodotto sia in mare sia interrato, nel rispetto delle aree protette e delle caratteristiche naturali del territorio. Snam si impegna a contenere gli impatti ambientali del progetto "entro limiti significativamente inferiori a quelli previsti dalla legge". Nella nave inoltre non saranno utilizzati processi chimici. "Parliamo di un investimento vitale per il Paese - afferma Bonaccini, presente oggi all'incontro - di primaria grandezza e massima urgenza, per il quale sono previste modalità e procedure inedite con cui dobbiamo misurarci per conciliare interessi primari come quello di avere energia", facendolo però "in piena sicurezza per l'uomo e l'ambiente, e in massima trasparenza". Per questo, afferma Bonaccini, "non abbiamo atteso un minuto per portare il progetto" al tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima, perché l'obiettivo è "arrivare in tempi ridotti a un impianto imprescindibile per il fabbisogno energetico dell'Italia. La precondizione è che l'opera sia sicura e sostenibile, che rispetti tutti gli standard di tutela dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio biologico dell'area". L'Emilia-Romagna, assicura Bonaccini, "non intende girare la testa dall'altra parte rispetto all'emergenza energetica. Per questo ci siamo candidati per primi offrendo il nostro contributo al Paese in un momento drammatico, nel quale è necessario variare l'approvvigionamento di forniture di energia dopo la guerra ingiustificata avviata dalla Russia in Ucraina. Oltre a dover dare risposte concrete e urgenti a famiglie e imprese, alle prese con un caro-bollette senza precedenti". Al Governo, precisa il presidente, "abbiamo posto una condizione. Insieme alla gestione dell'emergenza acceleriamo anche sulla transizione ecologica, perché l'autosufficienza nazionale e la lotta al cambiamento climatico devono avere come stelle polari le energie rinnovabili". Per questo, sempre a Ravenna "siamo nelle condizioni di realizzare il più grande parco eolico e fotovoltaico del nostro Paese, tra i più estesi in Europa. E' essenziale spingere al massimo su entrambe queste leve e noi dimostreremo che è possibile farlo", afferma Bonaccini.

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