Rigassificatore a Ravenna, i pescatori: "Pronti a un presidio in Regione"

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 Il settore della pesca e dell'acquacoltura dell'Emilia-Romagna è preoccupato per l'arrivo del rigassificatore a Ravenna e per le conseguenze che l'impianto potrà avere sulle attività. E se non otterrà risposte è pronto a organizzare un presidio permanente davanti alla Regione. L'Alleanza delle Cooperative della Pesca e dell'Acquacoltura dell'Emilia-Romagna (Agci/Agrital, Confcooperative/Fedagri Pesca, Legacoop Agroalimentare) ricorda di aver scritto al presidente della Regione (e commissario per l'opera) Stefano Bonaccini e alla giunta chiedendo tra l'altro che il rigassificatore sia attivato a "ciclo chiuso".

"Si deve fare attenzione dichiara Massimo Bellavista, responsabile Pesca e Acquacoltura Emilia-Romagna di Legacoop Agroalimentare- alle zone in cui si vanno a collocare questi impianti, e alle caratteristiche biologiche del sito. Le acque oceaniche- prosegue- sono povere di vita perché meno concentrate mentre le acque costiere sono ricche di sali nutrienti (azoto, fosforo) e brulicano di avannotti, larve, plancton". Per questo "ci stiamo attivando per avere un parere dello Stecf (il Comitato europeo tecnico, scientifico ed economico per la pesca) sullo stato delle risorse nell'Alto Adriatico e sugli effetti dell'impatto che il rigassificatore a ciclo aperto di Ravenna avrà sull'ambiente marino costiero". Tutti i Comuni della costa dell'Emilia-Romagna "dovrebbero essere al nostro fianco, facendosi carico delle istanze dei pescatori". Per le coop andrebbe valutato ora se adottare il sistema a circuito aperto o chiuso e ricordando di essere per quello aperto, "perché non deve bruciare lo 0,87% di gas, ché lo vende".

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