Rifiuti, la Regione accelera verso lo sviluppo sostenibile

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Raccolta differenziata all’80%, riciclo al 66%, riduzione dei rifiuti speciali, stop a nuove discariche per i rifiuti urbani, bonifica delle aree inquinate, tariffa puntuale per tutti gli enti locali entro il 2024. L’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna ha approvato il nuovo Piano rifiuti e bonifiche 2022-2027, prevedendo oltre alle risorse del Pnrr ancora da stanziare, 43 milioni per promuovere l’economia circolare e più di 32,5 milioni per la bonifica di siti inquinanti. «Uno strumento – commenta Gianni Bessi, Consigliere regionale, relatore di maggioranza del piano- che permette alla nostra Regione di puntare sullo sviluppo sostenibile, sull’economia circolare, sulla transizione ecologica. Il che non è più un’opzione, ma una necessità da realizzare senza perdere tempo».

Consigliere, è soddisfatto?

«Molto, perché è stato un lavoro corale, portato avanti dalla Commissione ambiente con grande spirito di collaborazione. Abbiamo recepito le osservazioni di istituzioni locali, imprese e cittadini, come le controdeduzioni della Giunta. E grazie anche agli emendamenti migliorativi, è un piano ambizioso, che rappresenta un’accelerazione nel campo dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare».

In che modo?

«Punta a fare crescere e sostenere l’economia che si basa sulla gestione dei rifiuti stessi, che non vengono più considerati solo ‘scarti’ ma risorse, materie da trattare e da recuperare. E in quest’ottica sono anche la base per creare attività economiche e posti di lavoro».

Partiamo dalla raccolta differenziata…

«L’obiettivo è arrivare all’80% nel 2025, anche con un aumento delle percentuali di riciclo, che vorremmo portare al 66% entro il 2027. L’Emilia-Romagna è l’unica regione in Italia che intende diminuire fino a 120 kg/abitante al 2027 i rifiuti non inviati a riciclo. Entro il 2027 vogliamo poi azzerare la percentuale di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani, che già nel 2020 è arrivata all’1,16%».

Per quanto riguarda i rifiuti speciali?

«Prevediamo una riduzione al 2027 del 5 per cento per unità di Pil per quelli non pericolosi e del 10 per cento, sempre per unità di Pil, per quelli pericolosi».

La tariffa puntuale che cosa comporterà?

«Con la sua applicazione in sostanza ciascuno sarà chiamato a pagare per quanto butta via. Dal 2023 sarà in vigore nei Comuni che hanno già effettuato la trasformazione del servizio, mentre dal 2024 nei restanti Comuni emiliano-romagnoli. Chi l’ha già applicata ha ottenuto una produzione pro capite di rifiuti indifferenziati inferiore ai 150 chilogrammi all’anno per abitante».

C’è qualche misura specifica per la Romagna?

«No, perché si tratta di un piano di indirizzo, che poi ciascun territorio deve recepire, anche a seconda delle proprie caratteristiche naturali. Alla base del Piano c’è lo sforzo di riunire tutte le parti in un sistema efficiente, che tenga conto delle specificità delle singole transizioni, ognuna delle quali fa riferimento a processi economici vivi, costituiti da centri di ricerca e imprese, da rapporti territoriali. La Regione accompagnerà le imprese nel cammino della transizione ecologica e verso l’economia circolare, nel cambiamento verso modelli di produzione e consumi sostenibili, nello sviluppo di nuove filiere green, sia clima/energia sia industriali di recupero dei materiali, nell’accelerazione nel percorso di transizione per il superamento delle plastiche monouso, nella diminuzione della produzione dei rifiuti».

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