Riccione, 100 immagini di Frida Khalo in mostra

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Anticonformista, libera e indomita, appassionata, controcorrente. Leggendaria. Cento scatti raccontano a Riccione Frida Kahlo, artista amata in tutto il mondo, la cui vita ha travalicato la storia dell’arte per entrare nel mito. A lei è dedicata la mostra Frida Kahlo. Una vita per immagini inaugurata ieri pomeriggio a Villa Mussolini che svela, volto dopo volto, storia dopo storia, spaccati di vita di una figura centrale dell’arte messicana. Negli scatti da guardare come un “album fotografico” si rincorrono le vicende dolorose ma sempre appassionate della vita di una artista fuori dal coro. Promossa dal Comune, assessorato alla Cultura e organizzata da Civita mostre e musei e Maggioli Cultura, con la collaborazione di Rjma progetti culturali e Diffusione Italia International, la mostra «che abbiamo volutamente inaugurato il 25 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne – dichiara Daniela Angelini, sindaca di Riccione – è un omaggio a una donna travolta dalla violenza, che fu più forte di tutto e che continua a essere per le donne un potente simbolo di indipendenza e libertà».

Arte e biografia si intersecano inscindibilmente nell’esposizione curata da Vincenzo Sanfo, e gli scatti per la maggior parte originali ricostruiscono le vicende della sua vita e ricercano le motivazioni che l’hanno trasformata in un’icona femminile e pop a livello internazionale. Alle foto realizzate dal padre Guillermo durante l’infanzia e la giovinezza della figlia (tenerissima quella che la immortala bambina con i fiori in mano e sorprendente per eleganza e sobrietà quella scattata a una giovane Frida seduta su una sedia con libri sulle ginocchia) si aggiungono quelle di alcuni dei più grandi fotografi della sua epoca: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston, Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Nickolas Muray e altri ancora. I visitatori avranno anche l’opportunità di vedere un gruppo di piccole fotografie molto intime di Frida, scattate dal gallerista Julien Levy.

L’esposizione ricostruisce innanzitutto il contesto in cui si è affermata la sua personalità: è il Messico del primo Novecento, attraversato da una rivoluzione che ne ha cambiato la storia, grazie a umili campesinos ed eroici protagonisti come Pancho Villa e Emiliano Zapata. L’epopea e il mito della rivoluzione messicana resteranno impresse nella mente di Frida e ne forgeranno il carattere indomito, alimentando il suo senso di ribellione verso le convenzioni borghesi e le imposizioni di una società fortemente maschilista.

Per il curatore Vincenzo Sanfo, Frida è «una donna che lotta per affermare la sua identità sia umana che intellettuale. E se lei nei dipinti racconta le fasi più crude della sua vicenda terrena, è però nelle numerose fotografie che il suo volto ci parla, ci attrae, raccontandoci dei suoi umori, delle sue passioni , della sua eleganza e della sua visione della vita. Con questa mostra, gli aspetti più crudi delle sue sofferenze ci sono in qualche modo risparmiati a favore di immagini che la ritraggono come lei probabilmente voleva essere: una donna elegante, emancipata, circondata da affetti e da persone gioiose».

La mostra resterà aperta fino al 1° maggio.

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