"Regole chiare sui vaccini e una nuova comunicazione"

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«Ci sono segnali che inducono all’ottimismo: le chiamate, pur limitatissime, di clienti che prenotano per l’estate. Nel 2021 non ce ne furono. Poi ci sono i colleghi che ristrutturano e investono per rilanciare. Ma ci sono anche quelli che non sanno come pagare le bollette». Patrizia Rinaldis, presidente riminese dell’Associazione italiana albergatori, diffida di chi supporta, con numeri, le previsioni per la prossima stagione turistica. Perché è certa che ci si trovi di fronte ad alcuni bivi, che se imboccati nella direzione giusta consentiranno un’estate in grado di risollevare «un settore che rimane in crisi». L’impegno degli operatori, secondo Rinaldis, è volto a «investire per aumentare ancora la competitività», ma l’attesa per il 2022 è quella di tornare a portare i turisti internazionali in Romagna: «Non c’è promozione o strategia che tengano, se non iniziamo ad avere regole chiare per tutti i vaccini non riconosciuti in ambito europeo, come lo Sputnik, per esempio – spiega il vertice dell’Aia -. Per molti versi abbiamo regole più restrittive rispetto agli altri Paesi. E se gli spostamenti sono più difficili a soffrire, per primo, è il turismo».

Altro aspetto fondamentale sarà quello relativo alle tariffe: «L’aumento delle utilities colpirà le imprese ricettive. Difficilmente potremo tenere i prezzi del 2021 – anticipa Rinaldis -. Non sappiamo però in che misura dovremo aumentare, perché è annunciato ed atteso un intervento del governo sul tema. Che peserà sull’offerta che potremo mettere in campo noi, ma anche sul potere di acquisto della clientela. C’è bisogno di agire in fretta, perché il turismo si compone anche di programmazione».

Un elemento quantitativo e qualitativo sulla difficoltà ancora presente nel settore la fornisce l’incidenza di alberghi aperti tutto l’anno: «In tempi pre-pandemia dei circa 1150 alberghi di Rimini, almeno 600 erano attivi per tutti i 12 mesi – ricorda l’albergatrice dell’Hotel Ivano -. Quest’anno, circa 200 hanno lavorato anche in inverno. Del resto, in novembre registravamo una percentuale di prenotazioni per Capodanno vicina al 30%, ma in larga parte furono poi disdette in seguito al diffondersi della variante Omicron. Questo è ciò che ci auguriamo non accada per l’estate». Da cambiare, secondo Rilandis, è prima di tutto la comunicazione: «Quella italiana è nevrotica. I vaccini ci stanno dando una grossa mano e questo dovrebbe consentirci di rassicurare chi vuole viaggiare, programmare una vacanza. Facciamo il contrario». La prima cartina di tornasole è rappresentata da marzo: «È il periodo in cui è stata spostata la fiera Sigep, dedicata al foodservice dolce – rileva l’operatrice del settore turistico -. Rispettare quella data indurrebbe un’iniezione di ottimismo». Così come «recuperare l’evento degli alpini come apertura della stagione del 2022, dopo che saltò l’anno scorso, sarebbe fondamentale. Luglio e agosto scorsi andarono bene, ma non si sostiene un settore con due mesi di lavoro. Siamo piuttosto ancora in attesa – conclude la presidente dell’Aia di Rimini – della Cig per il turismo, del bonus affitti. Per ripartire serve ossigeno che le nostre aziende attendono da troppo tempo».

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