Ravenna, torna l'Accademia dell'opera di Riccardo Muti

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La Messa da Requiem di Giuseppe Verdi: per quasi due settimane, da questa sera fino al 15 dicembre, al teatro Alighieri non risuonerà altro. A ripercorrere ogni pagina della partitura, a scovarne ogni dettaglio e inflessione e più riposto significato in un lavoro di analisi che non ha pari, saranno gli allievi dell’Accademia dell’opera italiana di Riccardo Muti, i fortunati – giovani direttori d’orchestra e maestri collaboratori selezionati tra centinaia di domande come sempre arrivate da tutto il mondo – che avranno il privilegio di lavorare a uno dei grandi capolavori della letteratura musicale di tutti i tempi guidati appunto dal maestro Muti. Dunque, in una sorta di ideale linea di continuità con il compositore: perché la lezione interpretativa di Muti porta il segno della sua straordinaria carriera ma anche degli insegnamenti che egli stesso ha ricevuto al Conservatorio di Milano da Antonino Votto, a sua volta allievo e collaboratore del leggendario Arturo Toscanini che, come si sa, con Verdi ha potuto confrontarsi, e talvolta scontrarsi, direttamente. «Un sapere – ha più volte spiegato il direttore – che non si può trovare sui libri e che si può invece trasmettere con l’insegnamento diretto e l’esempio, un sapere che sarebbe ingiusto andasse perduto e che ritengo importante trasmettere alle nuove generazioni»

Era il 2015 quando Muti, da sempre sensibile alla formazione dei giovani musicisti tanto da aver fondato dieci anni prima l’Orchestra Luigi Cherubini, ha dato vita per la prima volta all’esperienza della “sua” accademia: allora banco di prova fu Falstaff, l’ultima e forse la più complessa delle opere verdiane. Dopo quella prima volta i giovani allievi che si sono succeduti nelle diverse edizioni si sono cimentati su Traviata, poi Aida e Macbeth; per poi passare al Mozart “italiano” delle Nozze di Figaro e al verismo di Cavalleria rusticana e Pagliacci; e tornare infine di nuovo a Verdi con Nabucco. Tanti sono stati i giovani direttori coinvolti (sia a Ravenna sia nelle sessioni che si sono tenute a Tokyo e, lo scorso anno, a Milano), alcuni dei quali attivi ora con le migliori orchestre del mondo, dai Berliner Philharmoniker alla Philadelphia Orchestra, e talvolta tornati anche a dirigere la Cherubini qui a Ravenna, come nel caso della più recente Trilogia d’autunno dedicata al trittico Mozart-Da Ponte. E altrettanti sono stati i maestri collaboratori, il cui ruolo, come più volte ha ricordato proprio Riccardo Muti, è purtroppo sempre più misconosciuto nei teatri d’opera, ma sempre fondamentale nella preparazione dei cantanti e quindi dell’intera rappresentazione musicale.

Nei prossimi giorni, dunque, toccherà alla Messa da Requiem, per la prima volta una pagina sacra e una partitura a cui Muti è particolarmente legato, non solo perché gli è valsa negli anni numerosi riconoscimenti, ma proprio per l’intrinseco valore musicale che gli riconosce. Un’opera che, secondo le sue parole, «è una straordinaria pagina di profonda riflessione, un dramma di grande modernità, innervato dal dubbio, che richiede uno studio e un’analisi particolari del rapporto tra parola e musica».

E sarà proprio quello che verrà fatto con i nuovi allievi selezionati sotto gli occhi del pubblico che dopo la “lezione” tenuta questa sera dal maestro (alle 20.30), potrà seguire le sessioni di prova sia al mattino che al pomeriggio fino all’11 e poi i concerti del 13 e del 15 dicembre. Gli allievi direttori usciti dalle lunghe selezioni terminate poche ore fa sono l’italo-russo Vsevolod Sieva Borzak, lo statunitense Nicholas Koo, l’appena ventunenne Polina Lebedieva dall’Ucraina, Kerou Liu dalla Cina e Andreas Julian Ottensamer dall’Austria. Ma da ogni angolo di mondo arrivano anche i maestri collaboratori: Richard Yu Fu (Stati Uniti), Rémi Hugo Geniet (Francia), Elena Lopez Gorriz (Spagna), poi Alexandra Maria Tchernakova (Regno Unito) e Ayaka Uenomachi (Giappone).

Che lavoreranno in collaborazione con un ottimo cast vocale: le soprano Juliana Grogoryan e Verónica Tello, la mezzosoprano Isabel De Paoli, il tenore Klodian Kaçani, il basso Riccardo Zanellato. Oltre ai Cori Cremona Antiqua e Luigi Cherubini e all’Orchestra Giovanile Cherubini. Info: www.teatroalighieri.org

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