Ravenna, pacco di orsetti alla "marja" mentre è in carcere

Orsetti gommosi. Piacciano o meno, tutti conoscono le caramelline onnipresenti fra bancarelle, cinema e supermercati, dai sapori vagamente variabili a seconda della colorazione. Introvabili invece – quantomeno in Italia sul mercato lecito – quelle alla cannabis. A colmare il “vuoto” nell’offerta, ci si era messo di buona lena Gianmarco Pinto. Mentre era in carcere, fresco d’arresto perché sorpreso importare dalla California marijuana purissima tra erba, spinelli preconfezionati e sigarette elettroniche dal principio attivo sopraffino, dall’Olanda è arrivato un altro ordine che il 27enne nato a San Pietro Vernotico (Brindisi) e residente a Ravenna evidentemente aveva effettuato poco prima di finire in manette. Aveva fatto scorta, come del resto era solito fare con tutto il resto della mercanzia che a sua volta smerciava alla propria rete di clienti: un acquisto da 212 confezioni da 10, per la bellezza di 2.120 orsetti totali giunti in città tramite normale corriere e pagati 6 euro al pacchetto.

Ingredienti ed effetti

A ricevere il pacco al posto suo, mercoledì scorso, si sono presentati gli investigatori della Squadra Mobile nella filiale di un noto corriere che ha sede in città, naturalmente ignaro di quale fosse il contenuto della merce in consegna. Manco a farlo apposta, il messaggio dello spedizioniere era arrivato al telefono già posto sotto sequestro il giorno dopo la carcerazione. Così è stato sufficiente tracciare il pacco su internet per scoprire giorno esatto di arrivo e luogo.

Aperta la scatola, gli uomini dell’Antidroga pensavano di trovare altra marijuana o prodotti simili a quelli già sequestrati il 15 marzo a casa del 27enne, oppure analoghi a quelli bloccati lo scorso dicembre e a inizio mese dalla polizia doganale dell’aeroporto di Colonia-Bonn. Invece no.

Le bustine di “Relax bears”, dall’inequivocabile immagine verde con tanto di piantina stilizzata nella pancia dell’orsetto, sono saltate fuori con tanto di eloquente spiegazione su effetti e modalità di utilizzo. La descrizione parlava di “premium cannabis infused gummybears” da 300 mg di thc a confezione. Ingredienti: sciroppo di mais organico, acqua distillata, estratto di cannabis, zucchero, gelatina, succo organico concentrato, acido citrico, vitamina C e aromi naturali. Indicazioni ed effetti? Riportati pure quelli: per iniziare un orsetto da 30 mg di thc, dose giornaliera da 4/5 orsetti per arrivare a 120/150 mg. “Effetto pieno di un’ora”.

In un Paese come l’Olanda, dove l’uso di stupefacenti come è noto è regolamentato, si capisce come mai anche le avvertenze nel pacchetto parlavano chiaro, specificandone l’uso riservato ai soli maggiorenni e la raccomandazione di tenere il prodotto lontano dalla portata di bambini o animali, con il divieto di mettersi alla guida di qualsiasi mezzo dopo l’assunzione.

Il precedente sequestro

Il sequestro dovrà ora essere convalidato, e andrà per forza a sommarsi al capo d’accusa che il sostituto procuratore Angela Scorza ha già formulato in occasione del precedente blitz a casa dell’indagato. Gli orsetti nel frattempo saranno inviati al Gabinetto regionale della Polizia Scientifica per le analisi, sorte toccata anche a tutti gli altri prodotti che 27enne aveva ricevuto dalla California: nello specifico 407,5 grammi di hashish suddivisa in sei involucri, 308 sigarette elettroniche con thc al 96,25% (stando alla confezione), 282 spinelli preconfezionati. Prodotti che il ragazzo si faceva spedire alterando di volta in volta i dati della consegna e indicando talvolta l’indirizzo della nonna, talvolta quello del palazzo in cui abitava la sua famiglia, altre volte la sede di un’azienda. Ci sono anche le prove di un tentativo di spedizione da parte dello stesso Pinto, verso un proprio “cliente” in Veneto, vendita che, intercettata, ha fatto scattare la perquisizione. A completare il quadro degli stupefacenti sequestrati, si aggiungono infine la marijuana per oltre un chilo e le 250 sigarette elettroniche tipo “svapo” dal thc al 90%.

Difeso dall’avvocato Luca Berger, il ragazzo ha in parte già ammesso davanti al giudice per le indagini preliminari le proprie responsabilità, confessando di essersi cimentato nel business della cannabis proibita una volta vistosi ritirare la patente. Senz’auto, insomma, è diventato lui stesso la scorciatoia verso i lontani paesi delle droghe legalizzate.

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