Ravenna, notte al museo: solidarietà al Classis

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Erano oltre settecento, più 180 fra cani, gatti, uccellini. E' la varia umanità che ieri, a partire dalle 15, si è ritrovata al Museo Classis, giungendo da Ponte Nuovo, Madonna Dell'Albero, dalle case sparse lungo la Marabina fino a Lido di Dante. Poi c'è chi, magari essendo disabile o non sentendosi sicuro perché al primo piano, si è spostato direttamente da Classe: «La telefonata mi è giunta alla mezzanotte di martedì. Sono andata da sola ad aprire il museo e ad iniziare l'allestimento. Di lì a poco è arrivato l'assessore Giacomo Costantini. Alle quattro abbiamo aperto i battenti». La direttrice di RavennAntica, Francesca Masi, non aveva mai immaginato che il Museo che coordina avrebbe mai potuto immaginare che quel contenitore culturale potesse accogliere degli sfollati da una alluvione. Nella mattinata di mercoledì, quando erano stati obbligati ad abbandonare la propria abitazione solo i cittadini che vivono vicino all'argine, c'erano una cinquantina di persone. Una trentina i volontari: «Poi quando, nel pomeriggio, l'ordinanza ha interessato una vasta porzione di città tutto si è svolto molto velocemente. Era interessato fino a quel momento solo il secondo piano – racconta Francesca Masi -. Alle 15:30 sono arrivate le ulteriori brande della protezione civile, e contemporaneamente centinaia di persone. Assistiti da varie decine di volontari, abbiamo trasportato fino al terzo piano le brande. Eravamo coperti fino a 500 sfollati, ma è stato dopo poco chiaro che non sarebbero bastate». Costantini e Masi si consultano e il tutto si riesce a determinare grazie «allo sforzo della comunità. Erano presenti i volontari in pensione di polizia e carabinieri, i presidenti dei Comitati cittadini di Classe e Ponte Nuovo con Madonna dell'Albero, vari colleghi di RavennAntica – segnala la direttrice -. Ognuno si è attaccato al telefono per coprire le piccole falle che si determinavano mano a mano». E così sono arrivati i lettini dagli stabilimenti balneari, ulteriori sedie, sacchi per la spazzatura, bicchieri, lenzuola, coperte e si è sopperito alla fase della cena: «Come per il pranzo, ci erano stati inviati i pasti dalla Camst. Le persone però continuavano ad affluire, e non ce n'era per tutti. I ristoratori dei dintorni hanno coperto con la solidarietà quanto era necessario". Le ultime brande giungono a mezzanotte: «Abbiamo così messo a letto chi si era dovuto arrangiare con due sedie – sospira la Masi -. Ma l'adrenalina della giornata era tanta. Ho percorso il salone della mostra, al buio. C'erano interi nuclei familiari, molti stretti ai propri animali domestici, che finalmente riposavano. Un'immagine che mi terrò per sempre». Al risveglio, molti classensi si presentano con biscotti e torte: «Ora rimarremo a disposizione, ancora oggi una cinquantina di persone sono presenti. Per martedì però vogliamo mantenere con RavennaManifestazioni la presentazione di 15 concerti. Nel Museo realizzeremo un'arena multimediale, la presentazione di un evento coi nostri archeologi e una giornata di letture di Ovidio. Ci proveremo, pure col museo ancora non in perfette condizioni. Sarà ancor più chiaro di quanta umanità abbia vissuto».

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