Ravenna, Marcegaglia e il caso delle donazioni di sangue: "Tutte lo stesso giorno, accordo violato"

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«Avevano chiesto il permesso per donare il sangue. E sono stati puniti per aver scelto di andare». La ricostruzione del sindacato Usb si scontra con quello di Marcegaglia, nel cui stabilimento ravennate due lavoratori sono stati sospesi per una giornata, con il mancato pagamento anche della giornata di permesso richiesta per recarsi all’Avis.
Il direttore dello stabilimento, Aldo Fiorini, replica con nettezza spiegando come il comportamento dei lavoratori sia in violazione ai termini contrattuali mediati coi sindacati.
La questione, con ogni probabilità, verrà sciolta solo dal giudice, visto il ricorso che la stessa Usb ha già annunciato. Le versioni del resto, sono differenti: «I due lavoratori, nostri iscritti, avevano chiesto tre/quattro giorni prima della data della donazione, ai loro responsabili. E avevano ricevuto il consenso – spiega Vincenzo Guerrieri, responsabile regionale del settore Industria del sindacato di base -. Poi il giorno prima è stato loro chiarito che l’assenza avrebbe creato problemi, esplicitando che in quella settimana c’erano state altre quattro richieste da parte di donatori. Quando loro hanno annunciato che sarebbero comunque andati all’Avis il giorno dopo, un venerdì, c’è stata da parte dell’azienda una presa d’atto, non un annuncio di sanzioni. A noi peraltro risultano altri provvedimenti per lo stesso motivo, ma siamo certi solo di quelli relativi ai nostri iscritti. I quali assicuriamo che, essendo di reparti differenti, non si erano certo coordinati per mancare lo stesso giorno». Guerrieri esplicita poi che «nella normativa nazionale non c’è necessità alcuna di avvisare l’azienda. Marcegaglia si fregia di fare beneficenza e la compie con le multe ai lavoratori. Fare bene agli altri invece sarebbe possibile lasciando libertà nell’andare a donare il sangue nella stagione più delicata». Da parte sua, Fiorini si dice invece «abbastanza interdetto» dalla posizione di Usb. «Nello stabilimento di Ravenna – spiega il direttore di stabilimento -, in accordo peraltro con le stesse associazioni sindacali, abbiamo condiviso, riportandola anche nel contratto integrativo che abbiamo firmato nel 2019, una precisa modalità per le donazioni». In sostanza, spiega il dirigente Marcegaglia «abbiamo previsto, ripeto insieme ai sindacati, una programmazione mensile in modo che così ogni singolo reparto lavorativo abbia assicurata una donazione al giorno. Volevamo così da un lato incentivare la possibilità di donare il sangue, dall’altro evitare di penalizzare eccessivamente l’organizzazione produttiva».
Poi Marcegaglia spiega il caso in esame: «Non essendo stata rispettata la programmazione mensile, visto che alcune richieste sono arrivate solo qualche giorno prima, ne abbiamo autorizzate 3 su 5, anziché una sola come prevede l’accordo. Abbiamo fatto il massimo possibile per un reparto di 18 persone, che deve poter funzionare regolarmente. Agli altri due lavoratori di riprogrammare le loro giornate di donazione. La sanzione non è arrivata perciò perché sono andati a donare il sangue, ma perché erano assenti dal lavoro senza un giustificato motivo».

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