Ravenna, lite al parcheggio: insulti, salti sul cofano e querele reciproche

Pomo della discordia un parcheggio conteso. Non c’è stato verso di mettersi d’accordo. Tra chi proponeva un piccolo spostamento di un motorino per accontentare tutti e chi invece sosteneva di essere arrivato per primo, sono finiti a processo entrambi: una per violenza privata, l’altro per danneggiamento. Imputati e allo stesso tempo persone offese, una signora ravennate di 75 anni, e un 41enne, a sua volta residente in città. La prima è stata assolta già nei mesi scorsi per particolare tenuità. Il secondo, invece, è stato ritenuto innocente ieri dal giudice Tommaso Paone, che lo ha assolto perché il fatto non sussiste.
Querele reciproche
E’ accaduto tutto il 15 maggio del 2019 in viale Newton a Ravenna. La signora, residente nella zona aveva finalmente trovato un posto in cui parcheggiare la propria vettura. Avvicinandosi aveva tuttavia notato che parte dello stallo era occupata dallo scooter del 41enne. Qui le versioni divergono e i rispettivi punti di vista sembrano raccontare due storie parallele. L’uomo, che si trovava nei pressi del motociclo insieme a una ragazza, riferisce di toni prepotenti utilizzati dalla signora, che avrebbe iniziato a gesticolare pretendendo che loro le cedessero il posto, spostandosi negli stalli riservati ai disabili. A quel punto avrebbe innestato la marcia, cercando di entrare comunque entro le strisce bianche, una manovra percepita come un tentativo di investimento. Tant’è che dando fondo alle proprie abilità nel parkour, il 41enne era saltato sul cofano per salvare le gambe. A sua volta la ragazza accusava la stessa conducente di averla schiaffeggiata nel corso della discussione. La signora, finita a processo e assistita dall’avvocato Alessandra Venturi, è già stata assolta nel processo che la vedeva come imputata. E oggi è comparsa come parte offesa nel procedimento parallelo a carico dell’uomo. Lamentava di essere stata spaventata dal suo atteggiamento minaccioso, anche considerato il fatto che a bordo della vettura aveva con sé il nipotino. E dopo il salto sul cofano, così aveva riferito in querela, erano seguiti calci alla carrozzeria, tali da rompere uno degli specchietti. Difeso dall’avvocato Biagio Madonna, l’imputato è stato assolto ieri. FED.S.