Ravenna, il sindaco: "Emergenza tutt'altro che conclusa, ora un tavolo comune per decidere cosa fare"
“L’emergenza alluvione in Romagna – dichiara il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale - è tutt’altro che conclusa. Il massimo dello sforzo e delle energie vanno rivolti in questo momento al comune di Conselice, che ha vissuto in questi giorni la situazione più pesante di tutta la Romagna con tre alluvioni in venti giorni. E quindi alla sindaca Pula e ai cittadini di tutto il comune di Conselice devono essere rivolti il massimo impegno di tutte le strutture di soccorso e tutta la solidarietà e la vicinanza di tutti i cittadini della Romagna. Nel contempo nel comune di Ravenna abbiamo tuttora porzioni di territorio allagate, pur in via di forte riduzione, e comunque ancora livelli dei canali molto alti che defluiscono solo grazie all’enorme sforzo di pompaggio delle acque".
La fase due
"Mentre siamo impegnati ancora in questa fase emergenziale, che è fondamentale segnalare - continua - parallelamente è necessario aprire la “fase due”, perché tutti i romagnoli che sono stati colpiti dall’alluvione e che ora sono concentrati a pulire e a ripristinare, perché nei loro territori ormai l’acqua è defluita, si stanno interrogando su quando potranno presentare le domande di indennizzo, quali saranno i criteri, quali saranno i tempi, quali tipi di aiuti riceveranno.In questo senso, pur apprezzando tutti gli sforzi, i sostegni e le parole espressi dalla Regione Emilia-Romagna, dal Governo italiano e dalla Commissione europea, è da giorni che invoco la convocazione di un tavolo operativo.
La fase delle parole di solidarietà è conclusa; deve iniziare la fase dell’operatività.
In questo senso ho apprezzato la convocazione che ha fatto la Regione Emilia – Romagna per lunedì del tavolo istituzionale. È un primo passaggio per condividere fra Comuni, Province e Regione l’elenco delle priorità, ma entro la prossima settimana va anche convocato un incontro fra Comuni, Province, Regione e Governo, perché è chiaro che tavoli separati non saranno in grado di risolvere questo enorme problema.
Serve un tavolo comune, un tavolo unico, con i Comuni, le Province, la Regione e il Governo, per decidere insieme le azioni da fare e poi metterle in pratica a tutela dei cittadini: da subito sugli indennizzi e subito dopo su un piano straordinario di ricostruzione e di aumento della difesa del nostro territorio dal rischio idraulico”.