Ravenna, il porto nel 2022 è cresciuto del 2,8% come movimento merci

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La parte di gran lunga più consistente del trasporto per vie d’acqua dell’Emilia-Romagna si svolge attraverso il porto di Ravenna che in virtù della sua strategica posizione geografica, è leader in Italia per gli scambi commerciali con i mercati del Mediterraneo orientale e del Mar Nero, concentra quasi il 40% del totale nazionale del commercio con queste aree (se si escludono il carbone e i prodotti petroliferi) e svolge una funzione importante per quelli con il Medio e l’Estremo Oriente. Secondo i dati divulgati dall’Autorità Portuale Ravennate, nei primi dieci mesi del 2022 il movimento merci è ammontato a oltre 23,1 milioni di tonnellate, un valore superiore a quello toccato l’anno precedente di oltre il 2,8 per cento. Questo risultato è il frutto della crescita di entrambe le macro-categorie di merci che transitano per il porto, le rinfuse liquide (+5,5 per cento) e le merci secche (+2,2 per cento). Nel caso delle rinfuse liquide, tutte le tipologie di merci hanno registrato aumenti dei traffici, con la sola eccezione dei prodotti petroliferi (situazione che può sicuramente essere messa in relazione agli eventi bellici e alle conseguenze che questi hanno avuto sulle quotazioni e sugli scambi di prodotti petroliferi nel Mediterraneo) mentre nel caso delle merci secche si registrano diverse contrazioni, anche significative, più che compensate dagli aumenti di merci in container, mezzi rotabili, prodotti chimici e, soprattutto, prodotti agricoli.

L’inclusione di Ravenna nel sistema della grande viabilità ed il collegamento con le principali reti trasportistiche ne fanno un porto facilmente raggiungibile dai maggiori centri italiani ed europei.

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