Ravenna, Guidi a Guerri al Museo con il loro Dante

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È la partitura musicale, di cui la Divina Commedia è intrisa, a dare corpo alle parole di Dante, “all’ora che volge al disio”. Avviene oggi e domani al Festival ravennate, nei chiostri del Museo nazionale alle 19.30; la cesenate Chiara Guidi, cofondatrice di Societas Raffaello Sanzio, insieme al violoncellista Francesco Guerri presenta un nuovo tassello di “Esercizi per voce e violoncello sulla Divina Commedia di Dante”. È un lavoro dall’incedere lento, costante, che scava in profondità; è un’unione vocale e strumentale che ha preso il via nel 2015, voluto da Chiara per proseguire la sua ricerca sulla voce, intesa come chiave drammaturgica per dischiudere suono e senso di un testo. Il progetto Dante ha ulteriormente sviluppato questo percorso aperto: «Di fronte alle parole del Poeta che non si possono mutare, l’idea mia e di Francesco Guerri – spiega Chiara – era di fare un “Esercizio” intorno alla voce umana e alla voce del violoncello, servendoci di parole».

L’interprete cesenate tiene a definire questo percorso “esercizio”. «Con l’Esercizio e con gli “Esercizi” dei diversi canti, vogliamo trasformare la nostra voce, per restituirle ciò che racchiude. Perché c’è sempre nella voce qualcosa in attesa di qualcosa che si esprima». Così procedendo, voce e violoncello insieme danno vita a un’unica e inedita partitura: «Sul pentagramma, con disegni tracciamo il suono della laringe umana in relazione con gli endecasillabi e con la notazione musicale del violoncello, il risultato è un’unica forma e chiave di tutto».

Quattro canti al chiostro

Dal 2005 ad oggi i due artisti hanno composto undici canti dell’Inferno e tre del Purgatorio. Oggi e domani a Ravenna si ascoltano (e si immaginano) I canti dell’Inferno XVII (usurai, Gerione/Malebolge) e XVIII (ruffiani, seduttori, adulatori), e poi il II del Purgatorio (musico Casella), fino al I del Paradiso (Apollo, sfera del fuoco), vera novità, prima volta dei due con la terza cantica.

Nel II del Purgatorio interviene un coro “poetico” guidato dalla musicologa Alessandra Fiori che partecipò a “Màntica” di Societas nel 2008. Il coro «entra dentro alle sonorità del tempo di Dante». Per l’approccio al Paradiso invece, al posto di voci carnali subentra un ensemble musicale. Al chiostro suona un quintetto di archi dell’Istituto superiore di Studi musicali “Giuseppe Verdi” di Ravenna diretto da Francesco Guerri. «Le sonorità mutano, da più ruvide a più melodiose a seconda della cantica – conclude Chiara –. Non c’è più Dante, ma c’è Dante suonato in un corpo che lo interpreta».

Info: 0544 249244

Proseguono gli appuntamenti con i Vespri danteschi, all’interno della programmazione di Ravenna festival: gli appuntamenti delle 19.30 che quest’anno si spostano alla basilica di San Francesco. Questa sera e domani, protagonista l’ensemble di musica da camera Seicento Stravagante, con un programma di mottetti sacri per voce, cornetto e basso continuo. “Veni, sponsa de Libano” è il verso, tratto dal XXX canto del Purgatorio, che annuncia l’incontro di Dante con Beatrice: è il 13 aprile 1300, Dante descrive l’apparizione di una donna, avvolta da una moltitudine di fiori. Non serve che il poeta la guardi: in lei riconosce Beatrice, la donna che ama. I testi sono tratti dal repertorio sacro, con citazioni tratte dal Cantico dei Cantici, dai Vangeli e dai Salmi. Le musiche appartengono al Seicento italiano, con Monteverdi, Frescobaldi, Gabrieli e altri. David Brutti (cornetto) e Nicola Lamon (organo) sono i fondatori, nel 2018, dell’ensemble “Seicento stravagante”. A Ravenna saranno accompagnati dalla soprano Silvia Frigato. Questa sera, alla Rocca Brancaleone alle 21.30, la vocalità torna protagonista con il gruppo The Swingles, ultima reincarnazione degli Swingle Singers: da Bach al pop, uno degli ensemble vocali più celebrati con un repertorio che spazia dal classico al contemporaneo, dal pop al jazz.

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