Ravenna, giardino pieno di escrementi: vicini di casa a processo

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Non era proprio l’aria di mare che sperava di respirare. Un odore nauseabondo proveniente proprio dal cortile dei vicini di casa. La causa? Due cani. O meglio, la gestione che i padroni avevano delle deiezioni dei quadrupedi. Perché, a quanto pare, oltre a registrarli all’anagrafe canina con regolare microchip, i poveri Demon e Topo (rispettivi nomi del pitbull e del bouledogue francese) non sembra proprio che facessero altro. E così, più che un giardinetto di una villetta a schiera al pochi passi dalla spiaggia di Lido Adriano, il giardino aveva assunto piuttosto le sembianze di una fogna, nella quale oltretutto gli animali non apparivano affatto in salute. La vicina di casa si è fatta sentire più e più volte, ha segnalato la situazione affinché ci pensassero le forze dell’ordine a prendere il testimone degli inutili solleciti. Alla fine li ha denunciati, portando a processo padre e figlio, proprietari dei due cani, per maltrattamento di animali e inosservanza dei provvedimenti delle autorità.

A raccontare ieri il disagio vissuto per via dell’incuria contestata è stata la vicina di casa degli imputati. Per due volte, nel 2019 segnalò alla polizia locale le condizioni del giardino confinante. Un primo intervento delle pattuglie non aveva riscontrato alcuna anomalia, diversamente da quanto invece emerse successivamente. A darne atto, ieri durante l’udienza di fronte al giudice Cosimo Pedullà, è stato uno degli agenti che intervenne anche dopo la denuncia sporta nel maggio del 2020.

Stando a quanto riportato, i proprietari degli animali pulivano le deiezioni dal giardino una o due volte a settimana, al punto che il cortile ne era completamente ricoperto. La sanzione amministrativa non era bastata. E così un ulteriore sopralluogo con veterinario al seguito aveva constatato un quadro preoccupante: «Uno dei due cani era cachettico, con lesioni non curate, senza cibo né acqua nelle ciotole», ha spiegato ieri l’agente. Non bastasse, dopo le segnalazioni padre e figlio si erano rivalsi sulla vicina,con frasi ritenute minacciose, registrate dalla donna e prontamente consegnate alla polizia.

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