Ravenna Festival omaggia il fotografo Roberto Masotti

Per la prima volta la fotografia di Roberto Masotti fa il proprio ingresso al Museo Nazionale di Ravenna, il museo della sua città. Con una mostra, curata da Silvia Lelli, che ripercorre una delle raccolte più “iconiche” e celebri della sua lunga e straordinaria carriera di “fotografo della musica”: “You tourned the tables on me”, ovvero i 115 scatti che ritraggono alcuni, molti, dei protagonisti della musica del secondo Novecento, tutti posti “in relazione”, diretta o indiretta, con un tavolino di ferro, un vecchio e malconcio oggetto d’arredo che, come ricorda lo stesso Roberto, «è stato trovato e acquistato, in un assolato pomeriggio del 1974, presso un campo di zingari che vivevano, alla periferia di Milano, della compravendita di rottami di ferro».

Con queste righe l’autore – scomparso lo scorso anno – apre la “breve storia” che introduce il libro scaturito da quella straordinaria serie di fotografie (ora ripubblicato dall’editore Seipersei e grazie alla Fondazione Ravenna Manifestazioni) e che racconta quel percorso irripetibile che solo uno spirito visionario, tenace e ironico come quello appunto di Roberto Masotti poteva concepire con la complicità dei suoi soggetti: «È stato usato incidentalmente per la prima volta come attrezzo mentre facevo un ritratto a Juan Hidalgo, artista Fluxus»….

Era il 1974 e così nacque l’idea che lo portò a realizzare, fino al 1981, la serie “del tavolino”: tra i tanti, Philip Glass, Luciano Berio, John Cage, Michael Nyman, Demetrio Stratos, Brian Eno, Morton Feldman, Sylvano Bussotti, Misha Mengelberg, Sun Ra, Meredith Monk… poi Steve Lacy, cui si deve il titolo. Fu lui, infatti, a suggerire di rifarsi a una canzone scritta da Sidney D. Mitchell e Louis Alter per una commedia di Broadway negli anni ’30, intonata poi soprattutto da Billie Holiday e anche incisa da Ella Fitzgerald: la traduzione letterale suona “tu mi hai preso in giro” ma, come spiega sempre Masotti, il «consapevole errore» che lo ha spinto a scrivere “tourned” anziché “turned” riporta «alla forma rotonda (round) del tavolino, e anche al viaggiare (tour)».

Ed effettivamente in quegli anni intensi il tavolino ha viaggiato spesso al seguito del fotografo, da Milano a Londra, da Parigi a Berlino, da Ravenna a Venezia e Amsterdam. «E quando non era possibile portarlo con sé, a New York o a Tokyo, ecco che il tavolino veniva sostituito da una sua immagine», ricorda Silvia Lelli, moglie di Roberto e da sempre sua compagna di vita e di lavoro. A ognuno degli artisti venivano mostrate le foto scattate in precedenza, ed erano poi liberi di rapportarsi a quell’insolito co-protagonista come meglio credevano. Il risultato: una irresistibile e unica geografia di mondi sonori fissati nel bianco e nero di sguardi e gesti che rimandano a un’epoca fatta di ricerca, sperimentazione, coraggio e insaziabile curiosità. A una composita tribù musicale di cui Roberto Masotti è stato parte e testimone privilegiato, e che si offre al pubblico dal 22 giugno al 30 settembre in questa mostra, voluta da “Ravenna festival”, di cui oggi alle 18, in occasione della Festa della musica, è in programma il vernissage, seguito dall’omaggio a Meredith Monk di Luca Maria Baldini al live electronics.

Info: 0544 213902

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