Ravenna, fedeli ucraini e russi uniti in preghiera per la pace

La basilica di Santa Maria in Porto a Ravenna lancia il suo messaggio di pace. Un messaggio religioso per i fedeli ravennati, russi e ucraini ieri uniti di fronte alla Madonna Greca. Ma anche un messaggio laico e politico che ricorda come la ricerca della pace sia l’unica liturgia capace di unire in una domenica ancora macchiata dal sangue della guerra.

L’ultima volta che la comunità cattolica ravennate si era unita in preghiera davanti alla Madonna Greca era stato due anni fa all’inizio della pandemia. Ieri pomeriggio però l’arcivescovo di Ravenna Lorenzo Ghizzoni non era solo, ma accompagnato da padre Ian, diacono della parrocchia ortodossa russa di via Candiano e da padre Dan Vesea, della chiesa ortodossa romena. Non casuale nemmeno il rito della preghiera: si è recitato infatti - come riferisce il sito della Diosce Risveglio Duemila - l’Akathistos, antichissimo inno alla Madre di Dio, davanti all’immagine della Vergine Greca venerata anche dagli ortodossi.

«Grazie per l’accoglienza e per la possibilità di pregare qui, in questa bellissima chiesa – ha detto padre Ian -. Ci siamo voluti ritrovare qui davanti alla Madre di Dio che fa tanti miracoli. Abbiamo pregato di far venire la pace dove non c’è. in Ucraina e tra di noi».

Da padre Dan Vesea, della chiesa romena, è arrivata anche l’indicazione di dove poter donare beni di prima necessità al popolo ucraino.

Aiuti da Santerno

Anche Santerno si mobilita per l’Ucraina. Gli amici del “Capannone”, gruppo così ribattezzato per l’abitudine di ritrovarsi da anni in un ex casa colonica per fare “trebbo” (come nella tradizione romagnola si intendono le riunioni per chiacchierare, scambiarsi opinioni e mangiare in compagnia), in occasione dell’ultimo incontro hanno deciso di fare la propria parte per aiutare la popolazione ucraina. E’ così scattata una mobilitazione che, anche grazie al sostegno del dottor Fabio Francesconi della parafarmacia “Farmachl”, ha permesso di approntare una fornitura di latte in polvere, garze, cerotti, disinfettanti, lacci emostatici e altri medicinali. Tutto il materiale è stato caricato su un furgone partito sabato per l’Ucraina.

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