Ravenna e l'invasione del granchio blu: "Nei padelloni sono centinaia, forza impressionante nelle chele"

Il granchio blu ha invaso non soltanto il mare, ma anche fiumi e piallasse. I capannisti ne pescano a centinaia. La specie aliena sta prendendo il sopravvento con grandissimi danni per l’ecosistema: «La presenza del granchio blu è ormai fuori controllo, ultimamente non troviamo altro nelle nostre reti» dice Roberto Manzoni, presidente dell’associazione italiana Pesca Sportiva Ricreativa, conosciuta ai più come associazione dei capannisti.
«L’altro giorno in poche ore ne ho pescati un centinaio – racconta Manzoni -. Da tempo invitiamo i nostri associati a non ributtare in acqua gli esemplari di questa specie infestante perché dobbiamo liberarci della loro presenza. Una volta pescati, vanno mangiati o eliminati. Sono granchi aggressivi, bisogna stare in guardia perché hanno chele che possono fare molto male. Hanno una morsa impressionante. Per raccoglierli uso dei quanti rinforzati perché altrimenti sono dolori. Sono in grado di aprire il guscio di una cozza o di una vongola, rompono anche le nostre reti. Perfino i gabbiani si guardano bene da sfidarli, una volta volteggiavano sulle nostre reti e si appoggiavano sul fondo. Adesso non più, perché hanno paura della stretta delle chele».
Per i capannisti questo crostaceo, originario del mar Atlantico, rappresenta un autentico flagello: «Qualche giorno fa, abbiamo contattato l’Università di Bologna perché il fenomeno va affrontato con le opportune conoscenze – dice Manzoni -. È nostra intenzione proporre un censimento. Vogliamo comprendere le dimensioni del fenomeno. Nel nostro territorio pensavo che l’epicentro fosse sul Bevano, dove mi sono recato con un amico capannista qualche settimana fa, ma poi ho trovato una situazione analoga sul fiume Lamone. Inizialmente questo corso d’acqua era stato in parte risparmiato, ma da fine agosto c’è stata un’esplosione di presenze. Ne raccogliamo a secchiate, io li cucino anche. Sono buonissimi ma richiedono una lunga lavorazione. In questi giorni ho preso contatti anche con una cooperativa che li commercializza. Vorrei raggiungere un accordo per poter istituire sul territorio un punto di raccolta, in cui i capannisti possano portare gli esemplari pescati in modo da rivenderli a prezzi assolutamente contenuti. Potrebbe essere un incentivo per combattere la loro presenza». La proliferazione del granchio blu potrebbe diventare un problema se si diffondesse anche nei fondali delle spiagge romagnole con danni enormi per il turismo. Le loro chele potrebbero spaventare non poco i bagnanti: «Questo granchio ha fatto fuori tutto quello che ha incontrato – spiega Manzoni -, non solo cozze e vongole. I granchi nostrani sono sistematicamente vittima dei loro cugini del nord Atlantico. I granchi blu non hanno antagonisti nel nostro ecosistema, prediligono l’acqua dolce ma vanno a depositare migliaia e migliaia di uova in mare. Bisogna trovare un sistema per contrastare la loro presenza e bisogna farlo in fretta».