Ravenna, da don Montanari libri e denaro in eredità alla Classense

Una collezione dei volumi più cari, i manoscritti appuntati in una vita di ricerche e una piccola quota del denaro depositato sul suo conto corrente: è quanto don Giovanni Montanari, già direttore di Museo e archivio arcivescovile e tra i maggiori esperti della storia antica di Ravenna, aveva stabilito nel proprio testamento di lasciare alla Biblioteca Classense. L’istituzione figura tra i legatari nominati dal sacerdote scomparso esattamente un anno fa, il 21 ottobre 2021, all’età di 92, e nei giorni scorsi la Giunta comunale ha approvato la delibera di accettazione con beneficio di inventario. La scelta di don Giovanni Montanari non stupirà quanti ricordano che, ancora in vita, lo stesso sacerdote aveva donato alla biblioteca una generosa parte del proprio patrimonio librario, e così il lascito andrà a costituire un «opportuno completamento» – così la delibera della Giunta – di quel fondo, che già conta migliaia di esemplari. I volumi oggetto del lascito sono quelli su cui Montanari aveva passato le proprie giornate di studio e che aveva deciso di tenere con se fino all’ultimo: non tanto la biblioteca di un collezionista di incunaboli e cinquecentine rintracciati dall’antiquario, quanto la fotografia delle molteplici inclinazioni culturali di un fine conoscitore della filosofia, della teologia e della storia dell’arte. Ora questo patrimonio potrà essere definitivamente accorpato alla collezione già in possesso della Classense, andando ad integrarsi e dialogare con un altro fondo affine, frutto del lascito di monsignor Mario Mazzotti. Anche quelli che vengono citati come «manoscritti» non sono altro che la cospicua raccolta delle carte da lavoro vergate in decenni di impegno intellettuale, decenni che hanno visto don Montanari offrire la propria competenza anche presso prestigiosi istituti universitario oltreoceano, dal St. Bernanrd’s Seminary di Rochester alla Gannon University di Erie, negli Usa, fino alla York University di Toronto. Quanto al lascito finanziario, in delibera si precisa che «la disposizione testamentaria potrebbe anche far acquisire al Comune di Ravenna la qualità di erede e pertanto si rende opportuno accettare con beneficio di inventario».
Quale esecutore testamentario, Montanari aveva nominato Giovanni Gardini, attualmente presidente dell’Associazione musei ecclesiastici italiani. I due erano legati da un rapporto di lunga data, come ricorda lo stesso Gardini: «Ero legatissimo a don Giovanni Montanari, che considero un vero maestro – afferma –. È stato lui a incoraggiare i miei studi, la sua grandezza è stata quella di sapere unire il pensiero teologico alla storia dell’arte». Un ringraziamento viene espresso anche da parte della direttrice della Classense, Silvia Masi: «Siamo molto grati a don Montanari e sappiamo che anche la sua famiglia ha appoggiato questa decisione – dice –. Già in vita aveva individuato la Classense come l’istituto che doveva custodire la sua libreria. La parte del patrimonio economico che ci ha lasciato verrà utilizzata per valorizzare adeguatamente la collezione».