Ravenna, botte al babbo 91enne. Figlio patteggia un anno e mezzo

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Che cosa aspetti a morire? Muori”. Parole che un genitore non vorrebbe mai sentirsi dire, specialmente se a pronunciarle è un figlio. Ma non sono solo queste espressioni crudeli ad aver ferito più e più volte nel corso del 2019 un 91enne residente a Marina di Ravenna. Ci sono anche svariati episodi nei quali alla violenza verbale si sono aggiunti veri e propri maltrattamenti fisici, che sommati hanno portato un 59enne a patteggiare un anno e sei mesi (con pena sospesa). Era stato accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate non appena il fratello lo aveva denunciato, portando al suo arresto. Secondo l’accusa, si sarebbe reso responsabile di una serie di vessazioni continuate, soprusi, minacce e ingiurie, rendendo intollerabile la quotidianità dell’anziano.

Almeno quattro gli episodi contestati. Il 28 ottobre di due anni fa il 59enne aveva colpito ripetutamente al volto il padre al punto da provocargli numerose ecchimosi. Poi, in un’altra occasione, gli aveva dato un pugno facendogli sanguinare il naso. E ancora, all’inizio del mese di maggio del 2020, in uno scatto d’ira senza particolari motivi, lo aveva afferrato con le mani alla testa, stringendogli con forza il cranio. Corposo l’elenco delle offese riportate nella denuncia, aggravate anche dalle minacce di morte o altre frasi con le quali gli augurava mali incurabili. Il 59enne lo avrebbe fatto anche di fronte alle forze dell’ordine, quando il 17 giugno scorso è stato arrestato in flagrante. In quell’occasione è emerso che i maltrattamenti proseguivano da almeno una decina di anni. L’imputato, difeso dall’avvocato Michele Dell’Edera e attualmente seguito in un centro per persone affette da problemi psichici, è stato giudicato ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare Andrea Galanti, patteggiando la pena concordata con il sostituto procuratore Monica Gargiulo. FED.S.

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