Ravenna, arrestato presunto ladro seriale di biciclette

RAVENNA - Un 50enne pescarese e lasua compagna, una 35enne di Bucarest, sono stati tratti in arresto martedì pomeriggio dalla Polizia locale. La coppia è stata sorpresa in pieno centro, in via Paolo Costa, mentre era intenta a rubare una bicicletta. Nello specifico, secondo quanto riferito dalla polizia locale, lui stava tentando di recidere il catenaccio di una bici (dal valore di circa 300 euro) mentre lei controllava di non essere visti da occhi indiscreti. Entrambi, poco prima, avrebbero anche rubato un’altra bici, introducendosi in un’abitazione di via Cavour.
La coppia è stata accusata anche di un furto in un supermercato di via di Roma, dove avrebbe sottratto dagli scaffali, occultandoli in una borsa, generi alimentari per un valore di oltre 100 euro. Un colpo che secondo la polizia locale si affiancherebbe a molti altri.
Sono almeno 30 infatti gli episodi che i risultati delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, fanno ritenere possano essere ricondotti al 50enne – sul cui conto gli agenti dell’ufficio Polizia giudiziaria, spesso affiancati dai colleghi dell’ufficio Centro storico, lavorano da tempo – e riguardano, oltre ai tanti furti di biciclette, casi di sottrazione di monopattini e velocipedi elettrici, taccheggi nei supermercati e furti con scasso su distributori automatici. Anche per questi motivi, durante la mattinata di mercoledì, al termine dell’udienza di convalida, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna ha ritenuto che la misura adeguata a garantire le necessarie cautele, in attesa del processo, fosse quella degli arresti domiciliari. Una misura restrittiva che non viene applicata spesso per reati di questo tipo.
Alcune delle biciclette recuperate in questi mesi hanno potuto essere restituite ai legittimi proprietari, ma gli agenti sospettano che siano tante quelle finite secondo gli nei circuiti della ricettazione e del mercato secondario. Al riguardo, la Polizia locale raccomanda di non acquistare mai da venditori di dubbia affidabilità. Gli agenti ricordano inoltre che, oltre alla ricettazione, è punito come reato anche l’acquisto di cose delle quali non sia stata accertata la legittima provenienza.