Ravenna, addio alle cabine telefoniche: parte oggi la rimozione

Persino nei fumetti Superman non si cambia più in una cabina telefonica. Il tempo passa e nell'immaginario collettivo i telefoni pubblici sono già archiviati e sembra quasi incredibile che, con lo smartphone che ormai ha sostituito quasi tutto, solo da quest'oggi si cominceranno a rimuovere dalle strade le cabine e le varie postazioni telefoniche. A Ravenna i cartelli sono stati affissi la scorsa settimana: “Questa postazione sarà dismessa dal 7/08/2023”. Un messaggio telegrafico e non troppo romantico che pone fine ad una storia iniziata a Milano nel 1952 ma che conobbe la massima espansione nelle province, e quindi anche a Ravenna, negli anni Settanta. In fondo, rispetto all'utilizzo che se ne fa, il numero di telefoni pubblici nel territorio non è basso: sono 113, 47 delle quali nel territorio del capoluogo. A Cervia ne resistono 18, a Faenza 17 e a Lugo 10. Il resto è sparpagliato nel resto dei comuni ravennati.

Il destino dei telefoni pubblici è stato segnato dall'Agcom che ha tolto a Tim l'obbligo di garantire il servizio sul territorio. Così l'azienda ha annunciato durante la conferenza sui conti del semestre che entro la fine del 2023, ben 16mila cabine telefoniche pubbliche che puntellano le nostre città saranno eliminate, anticipando così la scadenza originariamente prevista nel 2026. La prima richiesta della società di dismissione risale al 2009. L'azienda rilevava che «qualunque proposta volta a incrementare gli obblighi per il fornitore del servizio universale, oltre a non essere giustificata dall’attuale contesto di mercato (ampia diffusione del servizio di telefonia mobile di gran lunga più efficiente del servizio di telefonia pubblica), sarebbe in netto contrasto con lo scenario che si è delineato nell’Unione europea, dove l’obbligo di offrire il servizio di telefonia pubblica è stato abrogato in oltre la metà dei paesi membri». Ci sono alcuni luoghi in cui i telefoni pubblici dovranno comunque rimanere: le strutture sanitarie con almeno 10 posti letto, le carceri e le caserme con almeno 50 occupanti. Il garante rileva come, a livello nazionale, dal 2019 al 2021 il numero di chiamate annuo per postazione si è ridotto del 57% circa passando da 277 chiamate a 118 chiamate.

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