Ballo liscio. Quello scivolare sulla pista che scatena le passioni sarà Patrimonio dell’Unesco?

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Secondo la tv tedesca Rbb il ballo liscio rientra tra i «50 motivi per amare l’Emilia-Romagna». In realtà, il liscio, inventato in Romagna tra la fine del XIX e l’’inizio del XX secolo – e per un tempo piuttosto lungo snobbato dal mainstream – ambisce a scalare le classifiche delle buone ragioni per adorare questa terra, puntando a diventare un Patrimonio immateriale tutelato dall’Unesco.
Questo strisciare i piedi sul pavimento della balera a tempo di mazurka, valzer o polka, lasciandoli costantemente scivolare, questo appunto andare col liscio dopo un secondo di appassionate giravolte diventa un monumento nazionale, con un suo inno estremamente popolare, “Romagna mia” di Secondo Casadei.
Il liscio, che qui in Romagna si pronuncia lissio, è vitalità e condivisione. È soprattutto «allegria», per dirla con le parole del compianto Raoul Casadei, che seguendo i passi danzanti di zio Secondo ha saputo portare questa tradizione romagnola, lasciandola contaminare da altri generi, alla ribalta internazionale.
«Vogliamo ricostruire la storia del liscio, ma ancor più sottolineare quanto oggi questa tradizione sia viva», dice l’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori, rilanciando il progetto di promuovere questa danza a Patrimonio immateriale dell’Unesco. L’Assemblea legislativa della Regione, lo scorso 1° marzo, ha adottato una risoluzione con cui si vuole andare a sostenere, presso il ministero della Cultura, che «le tradizioni locali connesse al fenomeno del “liscio” si possono considerare matrici autenticamente popolari di profonde trasformazioni avvenute in Emilia-Romagna».
Partendo dal considerare il liscio un grande valore di comunità, la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con gli enti locali e gli operatori del territorio, ha realizzato Vai liscio, un progetto di monitoraggio e valorizzazione di quest’autentica tradizione popolare, a partire dal sito www.vailiscio.it. Obiettivo, favorire la condivisione e la raccolta di notizie, video, fotografie, documenti e curiosità per il folklore made in Romagna. E per raggiungere un pubblico più ampio sono stati aperti una pagina Facebook, un canale Youtube, un blog e un account Instagram.
Il percorso per il riconoscimento dell’importanza del liscio e della musica popolare, e l’attenzione anche internazionale che deriverebbe dal riuscire a far rientrare questa tradizione tra i patrimoni immateriali tutelati dall’Unesco, rappresentano «un’opportunità di cui può beneficiare l’intero territorio e un’occasione di crescita, in particolare, per il settore musicale».

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