Progetto "Danteinoro" a Bertinoro

A Bertinoro l’ospitalità è una consuetudine antica. Non deve stupire quindi, che sia stata una delle prime località in Romagna aoffrire rifugio al più illustre dei fuggiaschi: Dante Alighieri. Oggi, nel settecentesimo anniversario della morte Sommo Poeta, Bertinoro è fiera di quell’atto diaccoglienza e si prepara ad accogliere turisti e viaggiatori come città dantesca. E' questo il senso del progetto ‘Danteinoro’, promosso dall’assessorato al Turismo del Comune, che si svilupperà nei prossimi mesi con una serie di iniziative, azioni promozionali e sorprese per valorizzare i vari luoghi legati alla memoria di Dante e alle suggestioni della sua poesia.

Sono numerosi i luoghi che raccontano Dante a Bertinoro. Ma per trovare il luogo più carico di suggestioni dantesche bisogna raggiungere la frazione di Polenta e la millenaria Pieve di San Donato. Ospitato a Ravenna dalla famiglia da Polenta – originaria proprio di qui– Dante quasi sicuramente ebbe familiarità con questi luoghi. Ne era convinto anche Giosuè Carducci, assiduo frequentatore della località: nella sua celebre ode “La chiesa di Polenta” raffigura Dante inginocchiato fra le navate della pieve ed immagina Francesca da Rimini (o meglio, Francesca da Polenta, perché anche lei faceva parte di questa famiglia) che tempra “li ardenti  occhi al sorriso”. La memoria della sfortunata eroina del V canto dell’Inferno si tramanda anche su uno dei poggi nei pressi di Polenta, dove sorge il mitico ‘cipresso di Francesca’. A onore del vero, l'albero originale fu distrutto da un fulmine, ma è stato sostituito da un nuovo cipresso che piantò lo stesso Carducci nel 1897, come testimoniano le foto scattate all’epoca.

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