Rimini, l'Ausl: "Tamponi Covid già fatti a tutti i profughi ucraini"

«Abbiamo già fatto il tampone a tutti i profughi ucraini che sono arrivati nella nostra provincia, a mano a mano che arrivavano. Poi procederemo con la vaccinazione, anche se non abbiamo ancora stabilito come farlo». Franco Borgognoni, direttore dell’unità operativa di Igiene e sanità pubblica di Rimini, e con lui l’Ausl Romagna, sono ancora in attesa delle indicazioni del ministero della Salute e della Regione Emilia-Romagna per la vaccinazione anti-Covid delle persone in fuga dalla guerra giunte nel nostro territorio. «Siamo in contatto quotidianamente, e anche più di una volta al giorno, con le associazioni e le organizzazioni che si stanno occupando dell’accoglienza – spiega Borgognoni –. Sulla base delle circolari del Ministero e della Regione che ci sono arrivate, la priorità è quella di eseguire un tampone nel più breve tempo possibile, preferibilmente entro le 48 ore (dall’arrivo, ndr), e poi procedere con la vaccinazione, non esclusivamente per il Covid, che è sicuramente quella più urgente, ma anche con altri tipi di vaccino previsti anche dal calendario vaccinale ucraino e non eseguiti o della cui esecuzione non siamo sicuri. I referenti stanno raccogliendo i certificati vaccinali». Guardando avanti, «le persone che sono state accolte nelle strutture, probabilmente, le andremo a vaccinare lì – immagina –. Le altre, che si trovano presso le abitazioni dei parenti o degli amici, vedremo se farle affluire al centro vaccinale o cosa fare. Dovremo, però, adottare una procedura omogenea, non soltanto sull’intero territorio dell’Azienda Usl, ma anche in regione. Per questo stiamo aspettando le direttive della Regione. Non abbiamo ancora stabilito il percorso preciso, però lo dovremo fare al più presto». Nel frattempo, con l’inizio di marzo sono cominciate sia la somministrazione del nuovo vaccino Novavax che della quarta dose agli immunodepressi. Sul primo versante, «abbiamo avuto una risposta che oserei definire moderata – commenta Borgognoni –. Alcuni lo hanno aspettato, perché informandosi hanno visto che è un vaccino più “tradizionale”, ma non c’è stata la rincorsa al vaccino Novavax». Sull’altro fronte, qualcuno (come Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza, ndr) già parla di estenderla all’intera popolazione, però «su questo non abbiamo ancora alcuna ufficialità – aggiunge il direttore –. Ci sono notizie discordanti, ma niente di ufficiale. Aspettiamo sempre notizie sicure sia da parte del Ministero che della Regione, che ancora non sono arrivate. E, a dire la verità, non se ne è neanche mai discusso».

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