Profughi in fuga dai Talebani, Tassinari: "Forlì farà la sua parte"

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«È una tragedia umanitaria, queste persone scappano dalla morte, non dalla povertà. Il Comune di Forlì c’è, è pronto ad aiutarli». Rosaria Tassinari, assessora alle Politiche sociali, afferma decisa l’intenzione dell’Amministrazione di accogliere i rifugiati afgani e di impegnarsi per favorirne l’integrazione sul territorio.

Posti disponibili

Con ottica estremamente concreta, Tassinari guarda direttamente ai luoghi fisici che nel comune di Forlì potrebbero accogliere i profughi provenienti dall’Afghanistan. «All’interno del Sai, Sistema accoglienza integrazione, abbiamo 38 posti, di cui solo 29 sono occupati, ma si tratta di una struttura aperta solo a ragazzi o uomini soli, mentre la maggior parte dei profughi sono donne e bambini o nuclei familiari, per cui è necessario trovare contesti abitativi adeguati». Per questo, spiega Tassinari, «il Comune si sta impegnando a individuare le disponibilità presenti sul territorio: abbiamo già ricevuto una mail da un’associazione che afferma di mettere a disposizione un paio di appartamenti». Il Comune, infatti, ora è impegnato nella ricognizione degli immobili e degli alloggi, «come da richiesta dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani)», precisa Tassinari. Pronti all’uso poi ci sono i fondi destinati al bando per il Sai, che «permetterebbe di allargare il centro di un quinto, a cui si aggiunge un finanziamento atteso dal Ministero, che utilizzeremo per ampliare ulteriormente la struttura in modo da ospitare più persone possibili». Piena disponibilità, aggiunge l’assessora, è stata data anche dalle «associazioni legate alle mense per i poveri: pronte a fornire i pasti».


«Quello che sta succedendo in Afghanistan è terribile, e l’esempio di Malyar (il ragazzo 23enne fuggito dai talebani e attualmente ospite di un centro di accoglienza di Forlì, la cui storia è stata raccontata dal Corriere Romagna, ndr) mette in evidenza aspetti ancora più crudi di quanto si apprenda attraverso i media internazionali. Colpisce al cuore vedere come i diritti delle persone, anche quelli più elementari, a partire dalla vita, e soprattutto i diritti e le libertà fondamentali delle donne e delle bambine, siano stati spazzati via in un attimo dopo anni di lotte per conquistarli».

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