Predappio. Casa del fascio, affidato il cantiere: ecco il progetto

«Finalmente si muove qualcosa di molto concreto, sono anni che se ne parla, adesso dalle chiacchiere passiamo ai fatti con questo atto che rappresenta veramente un punto di svolta». Esulta il sindaco Roberto Canali per l’assegnazione del cantiere del primo lotto di lavori della Casa del fascio all’azienda romana Sapit che avrà 45 giorni per montare le impalcature e avviare l’intervento da terminare entro 450 giorni, trascorsi 10 da ieri.
L’atto ufficiale venerdì con il sopralluogo e la consegna delle chiavi alla Sapit, specializzata in questo tipo di restauri, che in contemporanea cura quello di una villa romana a Pompei. Presenti i rappresentanti del gruppo temporaneo di imprese: il direttore lavori Cesare Valle dell’omonimo studio di Roma, il direttore operativo Giancarlo Gatta di Forlì, Giuseppe Gentili, direttore operativo per la parte strutturale e sismica e Stefania Commendatore dello studio Amaro di Torino per la sicurezza, che dopo aver redatto il progetto complessivo cureranno anche la direzione lavori sotto l’egida della Soprintendenza di Ravenna. A breve, forse già dopo Ferragosto, Predappio vedrà dunque l’apertura del cantiere in pieno centro cittadino. Conservazione strutturale e miglioramento sismico le finalità. L’ importo totale è di 3milioni e 258mila euro, sufficienti per effettuare tutti gli interventi necessari con la determina del marzo scorso che prevede 2milioni e 73mila euro per opere strutturali, tutto il resto è destinato ad oneri, spese tecniche, iva. «Procediamo con il miglioramento sismico, non adeguamento quindi con lavori non invasivi in un edificio che ha un alto grado di originalità – spiega l’architetto Giancarlo Gatta –. La soddisfazione personale è altissima per il risultato e per altri motivi; la progettualità che creerà dei precedenti per le soluzioni approntate a livello tecnico e tecnologico in collaborazione con l’Università di Bologna e il grande affiatamento che si è consolidato nel nostro gruppo. Ad intervento finito il piano seminterrato da cui si accede di fianco le Poste sarà utilizzato come ufficio turistico ma tutta la Casa del Fascio risulterà visitabile. Rifaremo completamente i solai, perché soluzioni tecniche alternative non hanno dato esito positivo, bloccando così l’ammaloramento di pluviali e fognature. I campioni delle parti integralmente ricostruite non verranno eliminati ma saranno conservati ed esposti all’interno della casa che così diventerà, in un certo senso, il Museo di sé stessa».
«Al punto in cui siamo giunti la necessità di intervenire – aggiunge Roberto Canali – va oltre i lavori di ristrutturazione e restauro per un progetto complessivo di utilizzo ma è dettata dal trascorrere del tempo perché dopo 87 anni l’usura inizia a manifestarsi in modo evidente».
Inaugurata nel 1937 al termine di un triennio di costruzione su progetto dell’ingegnere Arnaldo Fuzzi, la Casa del fascio è composta da due grandi corpi di fabbrica posizionati a “L”, raccordati da un nucleo centrale che ospita l’ingresso. Dislocata su tre piani per 2.700 metri di estensione è completata alla sommità dei 40 metri della torre littoria, simbolo di potenza e, durante il Ventennio, è stata teatro di pellegrinaggi da tutt’Italia. Nel 1937, anno d’inaugurazione accolse 50mila visitatori. Dal 2010 è stata dichiarata edificio di interesse culturale dal Ministero, dal 2016 la proprietà è stata trasferita dal Demanio al Comune. Dal dopoguerra era andata progressivamente in disuso ed in stato di abbandono, utilizzata come magazzino, sede produttiva de “L’Arte” (azienda di arredamenti navali) e persino della Camera del Lavoro.
La prima tranche di lavori è possibile grazie a diversi contributi: 1,5 milioni di euro dal MiBac, 1 dall’Unione Europea tramite la Regione, 500mila ciascuno dalla Fondazione e dal bilancio comunale. Restano in sospeso due questioni. Come e dove recepire gli 8 milioni mancanti, considerato che l’amministrazione del sindaco Canali ha quantificato la spesa complessiva in 11 milioni 250mila 722 euro e quale sarà il progetto culturale? «Riguardo ai finanziamenti per completare l’opera - risponde il sindaco – abbiamo avanzato richieste tramite il Pnrr e su bandi di rigenerazione urbana. Il cantiere avviato sarà comunque un motore, generando interesse e riscontri per permetterci di accedere ad ulteriori finanziamenti. Per il contenuto invece non è stata ancora assunta una decisione formale e definitiva». La giunta di centrosinistra puntava su un centro culturale sulla storia dell’Italia nella prima metà del ’900 ed uno di documentazione sul Fascismo. Con il passaggio all’amministrazione di centrodestra nel 2019 il centro di documentazione è stato accantonato per un’opzione che prevederebbe una destinazione meno museale favorendo spazi ad uso sociale e ricreativo. Intanto dopo anni di inerzia si parte, per Predappio è già sufficiente così.