Porto Ravenna, macchinario per pulire l'acqua dalle macroplastiche

Archivio

RAVENNA - Il porto di Ravenna avrà la propria nave spazzina elettrica e alimentata a idrogeno: i fondi sono garantiti da Roma e c'è già un candidato per la costruzione, la Rosetti Marino. Intanto, l'Autorità portuale attrae dal governo fondi per consentire ai terminalisti del porto di riqualificare i propri mezzi, con gru mobili, carri ponte e tramogge che diventano "green". Ammontano a sei milioni di euro le assegnazioni che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha dirottato su Ravenna, tramite il progetto Green Ports e attraverso il Pnrr. Due interventi, che hanno in comune la riqualificazione energetica e ambientale.

In particolare, ben quattro milioni di euro potranno aiutare terminalisti, privati e concessionari che operano nello scalo ravennate a sostituire, grazie a incentivi economici, i loro mezzi. Potranno così passare da quelli attuali, alimentati da combustibili fossili, a quelli elettrici o ad idrogeno, per operazioni in banchina che vedrebbero così abbattute le emissioni di anidride carbonica. L’incentivo può arrivare a coprire sino al 40% dei costi preventivati per ognuna delle proposte dei privati che risulterà selezionata mediante procedura pubblica di gara.

Il secondo intervento, per un importo di circa 2 milioni di euro, consiste nella realizzazione di una imbarcazione ecologica, alimentata da fonti energetiche rinnovabili, per la raccolta delle macroplastiche e in grado di pulire gli specchi acquei da idrocarburi e materiali oleosi. L'Autorità di sistema portuale aveva lanciato una "manifestazione di interesse" che ne individuasse i fornitori, delineando le caratteristiche del mezzo in un'imbarcazione ad alimentazione completamente elettrica, azionata ad idrogeno e in grado di muoversi anche a bassissimi pescaggi. La "call" non è andata deserta, visto che a candidarsi per la realizzazione è stata la Rosetti Marino. Questo non significa già ora la certezza dell'assegnazione al gruppo ravennate, ma la partenza di una procedura secondo il codice degli appalti che però ha già un potenziale partecipante e quindi troverà concretizzazione.

«La strategia per il nuovo porto di Ravenna – commenta il presidente dell’Autorità portuale, Daniele Rossi – si muove su tre direttrici: quella legata alla dotazione infrastrutturale, quella dell'implementazione tecnologica e quella della transizione energetica». E se il vertice dell'Autorità portuale sottolinea come «sulla parte infrastrutturale abbiamo completato progettazioni e appalti di opere per 600 milioni e sulla digitalizzazione è invece definito un budget approfondito, la parte energetica ci porterà a completare la filiera dell'idrogeno». Rossi ricorda infatti come «siamo in attesa dell'arrivo del finanziamento da 12 milioni per la creazione di idrogeno nell'ambito del campo fotovoltaico che abbiamo progettato nella ex Sarom e col Pnrr abbiamo già ricevuto i fondi per il cold ironing nello scalo delle crociere. Ora, con questi sei milioni, dotiamo la struttura pubblica di un mezzo ad idrogeno e diamo modo ai privati di accedere a questa tecnologia. In modo da avere uno scalo non solo più competitivo, ma che fa della sostenibilità la chiave del proprio sviluppo».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui